giovedì 23 febbraio 2017

Eva non è sola

Ho finito da poco di leggere un libro.
Non uno qualsiasi.
Ne leggo tanti ma questo mi ha preso lo stomaco. Mi ha toccato il cuore.
Sentiamo parlare di violenza sulle donne e sui bambini ogni giorno e in ogni dove ma quando le notizie le ascoltiamo mentre scorrono su un monitor, in mezzo a tante altre, non abbiamo il tempo di soffermarci a sufficienza.
Quando le stesse notizie diventano storie, storie personali, reali, vere, scritte direttamente da chi le ha vissute... ti restano dentro.
Quando le leggi su un libro pagina dopo pagina hai il tempo di soppesare le parole, di esitare,
di sospirare, di stupirti,
di restare sconvolto e disgustato,
di provare una profonda rabbia,
di piangere e poi di riprendere da dove eri rimasto.

A me é successo esattamente così.
Le parole mi sono entrate dentro come se la vittima, o chi per lei ha scritto, stesse parlando direttamente a me guardandomi negli occhi e toccandomi l'anima.

E a fatica riesci a sopportare tutto il suo dolore. A fatica riesci a farti mente capace di quanta cattiveria e sbagliata perversione possa esserci in alcune persone.
Come può un uomo, se così si può definire, trattare la propria compagna o un figlio come se fossero inutili oggetti?
Tappeti da calpestare, sacchi da boxe inanimati su cui potersi sfogare, nullità da umiliare, offendere, insultare.
Come può rivolgersi a loro con parole sprezzanti e violentarli ripetutamente? Come può picchiarli a sangue se qualcosa, secondo la sua mente malata, non é come vorrebbe?

Io, che tendo a dare una spiegazione ad ogni cosa, non riesco a trovare una giustificazione al comportamento di queste non-persone.
Non riesco a dare una spiegazione al comportamento di un nonno, uno zio, un cugino, un amico, un conoscente o un perfetto sconosciuto che, nonostante sia "grande" se non addirittura già vecchio, non resista a mettere le mani addosso ad una bambina baciandola con la sua sudicia lingua e toccandola dove nemmeno lei é arrivata così tanto. Permettendosi di penetrarla e di insinuarsi in modo schifosamente deplorevole nella dolce intimità di un bocciolo che ha ancora bisogno del suo tempo prima di concedersi.
Nemmeno lei... come tante altre... che a otto, nove, dieci o più anni, non poteva immaginare di subire una simile tortura.

Non riesco e non é possibile trovare una spiegazione ad un comportamento talmente malato da condurre nel tempo e inconsapevolmente chi lo subisce a desiderare di togliersi la vita, di tagliarsi le vene dei polsi lasciandosi morire dissanguate, di gettarsi dalla finestra della propria camera da letto... perché il dolore e il sentirsi sporche sono troppo grandi da sopportare.
Da condurre chi lo subisce a vivere nella paura costante di essere prima o poi barbaramente ammazzate finendo sulle prime pagine della cronaca nera locale.

E ci vuole coraggio per reagire, per ribellarsi, per scappare da un inferno di terrore che le imprigiona.
Perché spesso succede che mentalmente loro, le vittime, donne o bambini, finiscono per credere di essere esattamente come vengono definite dai loro uomini, dai loro carnefici. Finiscono erroneamente per credere di essere come loro dicono e di sentirsi in qualche modo colpevoli e responsabili di quanto stanno subendo.
E noi dall'altra parte della vita,
quella bella senza macchie,
non siamo nessuno per giudicare e pensare "come ha fatto a non capire che lui era così, come fa a sopportare, come fa a farsi trattare così".
Non é facile, per niente.

In tutta questa assurdità molte donne hanno bisogno di aiuto.
Altre il coraggio lo trovano.
Denunciano, scappano, proteggono i loro figli, cominciano a riappropriarsi di se stesse e della voglia di non morire soffocate.
Molte donne riescono ad armarsi dell'amor proprio che avevano perduto ed opporsi all'ingiusto. Riescono a trovare la forza di dire basta a ciò che nessuno meriterebbe mai e la forza di desiderare una vita di sorrisi, di amore, e non di dolore e terrore. Una vita degna di essere vissuta nel migliore dei modi nonostante si portino dentro i lividi e le crepe ormai impresse per sempre nella loro anima.

E noi che adesso conosciamo... leggiamo e ascoltiamo ciò che potrebbe succedere ad un'amica o una conoscente, ai nostri figli, ma anche a noi stesse, non possiamo chiudere gli occhi.
Non possiamo far finta di niente, non possiamo aver paura.
Perché nullità é chi quelle maledette mani e quel maledetto corpo li usa in modo vergognosamente sbagliato.
Quelli sbagliati sono solo e soltanto loro.

Leggete, fatelo anche voi.
Educhiamo i nostri figli a non permettere mai a nessuno di oltrepassare i confini della loro intimità in momenti e modi non adeguati.
Educhiamo i nostri figli a riconoscere cos'è la violenza, a saperne parlare.
Educhiamo i nostri figli ad amare se stessi, ad avere rispetto delle persone, a difendere la vita propria e quella altrui.

Chi mi ha regalato questo libro non solo ha contribuito con la sua goccia di generosità a sostenere tre Centri Antiviolenza abruzzesi ma ha profondamente contribuito ad accrescere la mia personale consapevolezza e sensibilità verso il vissuto di tante donne e bambini.

Leggete anche voi e pensate senza dare mai nulla per scontato.
A tutte potrebbe accadere di essere Eva.

[ Maria Rosaria ]
 
Immagine dalla pagina Facebook:Eva non è sola - Un'antologia contro la violenza di genere
https://www.facebook.com/antologiacontrolaviolenzadigenere/

martedì 14 febbraio 2017

L'Amore

A San Valentino...
penso all'Amore in generale e non solo a quello "convenzionale"
tra uomo e donna, moglie e marito, fidanzato e fidanzata.


Penso allo... (se desideri continuare a leggere questo scritto sappi che ho firmato un contratto editoriale e nel giro di qualche mese lo troverai sul mio libro. Ti terrò aggiornato 😍) 







[ Maria Rosaria ]

lunedì 6 febbraio 2017

Donne e lavatrici

Tante cose possono mandare in bestia una donna con se stessa.
Una di queste è accorgersi di essersi lasciate sfuggire un misero fazzoletto nella tasca di un pantalone al momento di metterlo in lavatrice!
Ancor peggio non aver notato che a nascondersi silenzioso, sornione e rilassato all'interno di un non si sa quale anfratto sbucato fuori dal nulla, era l'intero pacchetto di stramaledetti asciugamoccioli!
Ovviamente parliamo di quelli di carta, perché pur
troppo...
e dici purtroppo soltanto adesso che ti è successa una cosa del genere...
quelli di stoffa non si usano più da un pezzo ormai.
È più facile usare e gettare che lavare, stirare e ripiegare.


Insomma, come da normale quotidianità, concluso il lavaggio arriva il momento di aprire la lavatrice.
Infili la mano per cominciare a tirare fuori i panni e improvvisamente le dita si imbattono in un qualcosa che non dovrebbe essere lì.
Senti un frigolio che non dovresti sentire.
Pensi a quello che non vuoi possa essere accaduto.
Il tempo di piegare la testa in avanti e chiudere per una frazione di secondo gli occhi sospirando un "no" e ti rendi conto che è successo proprio quello... sì!

Ti accorgi con disperata consapevolezza che sei stata dannatamente distratta.
Speri e preghi in cirillico che il pacchetto, nella migliore delle ipotesi, non si sia completamente aperto durante il lavaggio.
Ovviamente preghi invano.
Guardi meglio e cominci ad imprecare, non invano, perché la tua distrazione ti è costata cara!
E ti penti amaramente di aver voluto anche risparmiare sull'acquisto di quei fazzoletti perché quelli buoni a contatto con acqua e centrifuga se ne restano lì all'angolino appallottolati su se stessi e non si spezzettano come coriandoli!


Ed è decisamente la fine quando ti ricordi solo in quel momento che insieme agli altri normali e banali, non tuoi, panni colorati da lavare hai gioiosamente inserito il tuo fantastico e onnipresente vestito nero che ogni donna non può non avere nell'armadio.
Uno di quei vestiti che stanno bene sempre
che sfrutti alla grande
che indossi anche nelle occasioni speciali
con cui fai sempre una gran bella figura
e che puoi permetterti persino di lavare in lavatrice perché è talmente figo
che il suo tessuto non ha bisogno di eccessive stradelicatezze.
E a cui non vuoi ancora rinunciare per nessuna ragione al mondo.


Pensi sia finita e invece...
con il viso che cambia repentinamente espressione passando dalla disperazione alla determinazione più assoluta impegni le tue prossime ore a spiluccare, sfazzolettare, spizzicare e sbattere all'aria il tuo abito per riportarlo in vita.
Te ne freghi del resto purché lui ritorni com'era!


E alla fine, con i capelli che sembrano esser stati shakerati da un frullatore e la faccia soddisfatta e beata di una che ha appena avuto un orgasmo,
ce la fai!
Perché una donna quando tiene veramente a qualcosa
è proprio il caso di dirlo
non si arrende... mai!


[ Maria Rosaria ]

Immagine da Pinterest