Ho da poco finito di leggere “La vita è fredda", la biografia della guida alpina Giampiero Di Federico, e ne sono profondamente commossa. Forse potrà sembrare strano ritrovarsi con gli occhi lucidi con un libro che parla di montagne e alpinismo, eppure lo sono. Ho avuto il piacere di incontrare tra le righe un uomo umile, autentico, sincero, appassionato, follemente innamorato della montagna e soprattutto... libero. Ecco, ciò che mi emoziona di più sono la coerenza e il coraggio che l'autore ha avuto nella vita di inseguire ciò che il suo istinto dettava, nonostante i rischi e le incertezze, libero da qualsiasi schema mentale imposto. Ha conseguito una laurea “per sicurezza”, come lui stesso descrive, ma il suo richiamo era l'alpinismo e credo lo abbia vissuto nella maniera più completa che un uomo possa desiderare. Pagina dopo pagina non solo Giampiero ci svela le grandiosità che ha compiuto ma mette anche “a nudo” se stesso, parlandoci delle sue paure. Ci racconta sotto forma di diario quello che è stato il suo percorso personale riguardo alla montagna, il suo rapporto con la roccia, il ghiaccio, le vette, “in montagna respiravo me...l'avventura in montagna è sede di autenticità con il proprio cuore”, “quando si è sospesi, si è in un'altra dimensione, si è soli con se stessi, con le proprie debolezze, con le proprie capacità, con le angosce. Appeso alle proprie mani, alla propria tecnica, il tempo non esiste, il razionale svanisce”. Così Giampiero ci narra le sue scalate, le sue imprese sulla Majella, sul Gran Sasso, sugli ottomila dell'Himalaya (è stato il primo italiano ad averli superati in giornata), sulle Dolomiti e quant'altro fino ad arrivare alla sua amata falesia di Roccamorice, ci svela la sua natura folle di uomo che sfida se stesso salendo pareti verticali e strapiombanti spesso slegato come fosse un tutt'uno con essi.
Giampiero ha sfiorato più di una volta la morte e ha perso compagni di viaggio...sarà da ricondurre a questo il significato del titolo? Non solo...l'autore crea una sorta di parallelismo tra la libertà sincera che i monti gli restituivano e la realtà dei ruoli e delle gerarchie, delle sottomissioni psicologiche, del consumismo dentro cui avrebbe vissuto la sua vera solitudine se non avesse seguito la sua vera essenza. Dunque la vita... sta diventando fredda, per via dell'immagine che ognuno di noi si sta costruendo dietro i social e i ruoli che altri impongono, “non è facile conservare se stessi in un mondo così dominato dalle comunicazioni, dagli annunci anticipati, dalle pressioni dei social e del denaro”. Ho letto tanta amarezza in questa analisi che Giampiero fa, ma non posso che trovarmi d'accordo con lui. Stiamo vivendo un mondo in cui prevalgono la fretta esistenziale, la superficialità dei rapporti, l'omologazione e l'autore invita i nostri figli a ribellarsi al cuore che tace, ai sentimenti silenziati, al cinismo imposto dalla società, così come lui stesso ha fatto. Leggendo La vita è fredda ho dunque incontrato non solo un professionista dell'alpinismo ma anche e soprattutto un uomo che ha fatto della sua vita un monito alla lealtà verso se stessi, al rispetto dell'altro e della montagna e al credere in ciò che ci appassiona. Il libro inoltre è ricco di foto che mi hanno permesso di osservare nel concreto immagini reali delle pareti scalate e non solo. Mi sono anche piacevolmente ritrovata in due foto, la prima in una delle cene tra allievi del corso di arrampicata e l'altra in vetta a Torre Graziella (guglia rocciosa alta 30mt a Roccamorice) mentre brindo con Giada, la mia compagna di scalata, grazie allo spumante tirato fuori a sorpresa proprio da Giampiero. Un bellissimo ricordo che porterò sempre con me insieme alla lettura del suo meraviglioso e avvincente libro.
di Sara Caramanico
Edizioni: Il Viandante
Genere: narrativa (collana Rumore di carta)
Anno 2017 - Pag. 270
Specchio e Anima è la storia di una ragazza di 16 anni, Stella, dotata di una particolare sensibilità e grande intelligenza che vive un rapporto conflittuale con il suo corpo. Non si piace, ha abitudini alimentari irregolari, vive una situazione familiare non equilibrata. Il suo mondo interiore, oppresso da un'ombra che non riesce a comprendere, sembra rispecchiare il mondo che la circonda pieno di dispiaceri e insoddisfazioni.
Tuttavia, grazie alla sua profonda maturità, Stella possiede il dono di riuscire a cogliere in ciò che le accade dei segni che possono essere importanti per il suo cambiamento. In particolare un sogno che non lascia abbandonato a se stesso e che decide di raccontare e capire, diventa la chiave di volta per sciogliere nodi che la tengono legata a situazioni non ancora risolte. Questo sogno, insieme all'aiuto di una dietologa, le permette di scoprire cose di cui non era a conoscenza, di superare barriere, di lasciare andare via dolori del passato, di ristabilire i rapporti con la madre, con la sua migliore amica, di abbandonare un altro legame che seppur importante era portatore di sofferenza.
Specchio e anima è la storia di tante ragazze e ragazzi, mi sono lasciata trasportare dalle pagine e mi sono ritrovata spesso a ripercorrere i miei anni di liceo, il modo in cui vivevo me stessa e il confronto con i miei coetanei. Ho riassaporato emozioni simili a quelli provati da Stella. Ho trovato molto abile l'autrice, Sara Caramanico, nel descrivere le varie situazioni e vicissitudini. Un romanzo in cui i più giovani possono ritrovarsi ma che può far riflettere anche chi ha superato da un po' quel periodo delicato dell'adolescenza. Un romanzo che dà valore al senso della vita in generale, che sottolinea la delicatezza e l'importanza della relazione genitori-figli e dell'amore come base fondamentale di ogni rapporto umano. Una storia di superamento, di rinascita, di consapevolezza e crescita.
Disponibile negli store online sia in formato cartaceo che kindle

di Donato Carrisi
Edizioni: TEA
Genere: thriller suspense
Anno 2017 - Pag. 462
Sinossi: Qualcosa di sconvolgente è accaduto, qualcosa che richiede tutta l'abilità degli agenti della Squadra Speciale guidata dal criminologo Goran Gavila. Il loro è un nemico che sa assumere molte facce, che li mette alla prova in un'indagine in cui ogni male svelato porta con sé un messaggio. Ma, soprattutto, li costringe ad affacciarsi nel buio che ciascuno si porta dentro. Sarà con l'arrivo di Mila Vasquez, un'investigatrice specializzata nella caccia alle persone scomparse, che gli inganni sembreranno cadere uno dopo l'altro. Ma un disegno oscuro è in atto, e ogni volta che la Squadra sembra riuscire a dare un nome al male, ne scopre un altro ancora più profondo.
Un romanzo carico di intrecci e suspense che ti prende sin dalla prima pagina.
Disponibile in libreria, su Amazon e altri negozi online

INVERARAY BLUES
di Simona Veresani
Edizioni: Il Viandante
Genere: narrativa
Anno 2019 - Pag. 134
Sinossi: Una nuova consapevolezza, quella della protagonista del romanzo: da Kelly a Miss Bloom. Un viaggio in Italia, un sogno rivelatore, infine il ritorno ad Inveraray, il luogo d’origine. Il romanzo ripercorre alcune delle dinamiche dei suoi protagonisti, sviscerando i rapporti che li uniscono. Miss Bloom e Karl Schutzberg, due differenti passati in un unico presente, due immagini diverse riflesse in uno stesso specchio. Nuovi personaggi si affacciano all’orizzonte, nuove prove attendono Kelly, in un crescendo di situazioni drammatiche che si riveleranno fatali.
Una lettura leggera e scorrevole che accompagna piacevolmente i momenti di pausa e relax.

di Sara Palladini
Edizioni: Il Viandante
Genere: narrativa
Anno 2019 - Pag. 133
Sinossi: Una serata di pioggia, lampi e tuoni. Mia, di appena tre anni, non sa che la madre la sta lasciando per inseguire una felicità fino ad allora sconosciuta. Cresce così con un senso di abbandono che la divora dentro, che la fa sentire inadeguata, sola, costantemente arrabbiata. Dall'altro lato c'è sua madre, Morena, incapace di amarsi e di amare gli altri, una donna che preferisce indossare maschere per nascondere il dolore e i sensi di colpa. Figlia e madre si raccontano mettendo a nudo le reciproche fragilità, ognuna dal proprio punto di osservazione, dal proprio posto. Una storia per adolescenti e adulti che mette in risalto il valore dell'ascolto e della comunicazione nella costruzione di relazioni significative.
Un racconto di sofferenza, lotta e rinascita. Una storia che esiste nella realtà, che colpisce, che fa riflettere, che dovrebbe spingere ognuno di noi a guardare oltre.
- https://www.edizioniilviandante.it/libri-autori/al-posto-mio/
Copertina di Emanuele Dragone
C'è tutto questo nella raccolta di Manuela Toto, e molto altro ancora, compresa la capacità di essere di stimolo agli altri, spingendoli a guardare in se stessi, senza paura.
Non posso evitare di lasciare spazi bianchi
per permettere alle parole di risuonare.
Per lasciarle respirare.
Per farle arrivare lì dove c'è bisogno.»

DEI PENSIERI
di Arturo Bernava
Edizioni: Chiaredizioni
Genere: narrativa
Anno 2018 - Pagine 265
La lettura di cui voglio parlarvi oggi è di un autore abruzzese premiato in oltre cento concorsi letterari. La sua opera "Il colore dei pensieri" è stata infatti per me conferma e testimonianza tangibile delle sue riconosciute qualità di scrittore.
Ho trovato sin dalle prime pagine molto interessante il puzzle di eventi e protagonisti che man mano che si procede nella lettura l'autore abilmente incastra tra loro. Protagonisti sì, più che singoli personaggi. Ho avuto l'impressione che lo siano tutti proprio perché ognuno di loro riveste un ruolo ben preciso e dona il proprio contributo al complesso di situazioni descritte.
Il romanzo ci permette di viaggiare tra l'Abruzzo dove vivono la bella Doralice con i suoi "colori" emotivi e il suo silenzioso Giulio e l'Africa da dove viene il piccolo Samù che ha bisogno di urgenti cure mediche, terra tanto meravigliosa quanto oggetto di profitti, guerre e ingiustizie.
L'autore inoltre non si limita a descrivere scene ed eventi ma dà voce anche ai pensieri dei protagonisti. In alcune pagine sembra addirittura che riesca ad accarezzarne idee e sensazioni spingendole delicatamente fuori e allo stesso modo stimola riflessioni e pensieri nel lettore. Mi sono ritrovata spesso con la mente persa negli argomenti trattati, dalla mafia al traffico di organi, dalle guerre e le miserie alla fuga di chi cerca una vita migliore.
Si viene a delineare così un quadro colorito di intrecci, gioie e dolori, ironia e paradossi, amore e speranza, paura e angoscia, in una sola parola... emozioni... che nella diversità sia dei luoghi che dei vissuti accomuna le persone rendendole vicine nell'animo.
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Genere: romanzo rosa (collana Live&Love)
Anno 2018 - Pagine 123
Il romanzo che, questa volta, ha accompagnato alcune ore dei miei caldi pomeriggi estivi fa parte della collana Live&Love della casa editrice Le Mezzelane. Avendo letto diversi libri da loro pubblicati, posso ancora una volta confermare l'alta qualità che questa casa editrice ha scelto di portare avanti con i suoi autori. Ho avuto tra l'altro il piacere di conoscere Elena Fanti di persona, avevo già sentito parlare di lei, ho ascoltato la sua presentazione a questo libro e ne sono rimasta positivamente colpita. Fiducia, curiosità e piacevoli sensazioni dunque mi hanno portata a leggere un romanzo che ha il profumo della speranza oltre che dell’amore. Anna ha annullato se stessa sposando un uomo che non l'ha mai amata. Ha riempito le sue giornate di sacrifici continui ricoprendo in solitudine il ruolo di moglie e madre lavoratrice. Ha subito passivamente gli insulti del marito, compromettendo anche il legame con le figlie che l’hanno odiata per la sua incapacità di difenderle e di pretendere una vita migliore. Compiere cinquant’anni l’ha stravolta, mille domande su quanto non avesse mai realizzato si sono prepotentemente insinuate nella sua mente insieme ad un pensiero fin troppo fisso, suadente e pericoloso. Anna è stanca della sua vuota vita. Mentre è ferma su un ponte a guardare scorrere il fiume sotto di lei, passa un uomo che con naturalezza le chiede il permesso di offrirle un caffè, distraendola da ciò che forse stava per fare. Da quel momento in poi Anna comprende che non è mai troppo tardi per rimediare ai propri errori, comprende che la forza che ancora possiede non deve usarla per sopravvivere ma per cambiare la sua vita.
Un romanzo delicato da leggere tutto d’un fiato, scritto con maestria e capacità. Una storia emotivamente coinvolgente grazie alle descrizioni attente ai particolari che solo un’autrice dalla fine sensibilità può riuscire a fare. Un libro che vale la pena di assaporare.
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insieme alle foglie.
Dalla parte del vento
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Anno 2017 - Pag. 142
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È un dono che non si può rifiutare, va accolto, è un concedere a chi legge un’intimità propria che non può che lusingare ed essere rispettata.
È un invito a sentire “oltre” che ognuno di noi può riuscire a cogliere.
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Edizioni: Beat bestseller
Anno 2002 - Pag 303
Non mi capita spesso di leggere romanzi in cui si narra di storie d’amore, è un genere che non prediligo, ma quando me ne capita uno tra le mani quasi senza che io lo abbia scelto ne rimango il più delle volte rapita e affascinata. È come se fosse stato lui, il romanzo, a scegliere me e a fare in modo che attraverso le sue parole in realtà leggessi me e il mio animo. Certo anche il titolo “L’arte di ascoltare i battiti del cuore” che riesce in poche e semplici parole a raccogliere una tale profondità e sensibilità, ha contribuito a scatenare il mio desiderio di accomodarmi tra le pagine.
La storia che ci racconta l’autore Jan-Philipp Sendker ci conduce a Kalaw, una vecchia cittadina sperduta sulle colline della Birmania. Un luogo magico immerso nella natura, lontano dalla folla, dal caos, dalla frenesia delle città metropolitane dove respirare la bellezza e la vera essenza della vita. A Kalaw è andata Julia Win dopo aver letto una indimenticabile lettera d’amore, trovata da sua madre mentre riordinava la soffitta, che l’ha turbata profondamente. È una lettera scritta da suo padre Tin, arrivato negli Stati Uniti dalla Birmania con un visto concesso per motivi di studio nel 1942, diventato cittadino americano e poi avvocato newyorchese di grido e, infine, improvvisamente e misteriosamente scomparso. Il desiderio di scoprire i segreti del padre, e magari persino di ritrovarlo, diventa così irresistibile per Julia che decide di raggiungere prima possibile Kalaw. È in questo luogo incantato in cui inizialmente si sente come disadattata che viene a conoscenza di una storia meravigliosa ricca di mistero, fede, saggezza buddhista e amore sconfinato che vede protagonisti suo padre e la sua amata Mi Mi.
Una storia che non parla solo dell’amore tra un uomo e una donna ma dell’Amore in generale, quello vero, con la A maiuscola. È esattamente questo ciò che più mi ha affascinato di questo libro. L’autore ci insegna attraverso un racconto l’essenza della vita, la riscoperta delle piccole cose, dei sentimenti veri, della capacità di vivere la vita e le persone attraverso ciò che ci suscitano nel cuore piuttosto che nella mente. L’autore ci parla di quel legame tra due persone che va oltre spazi e confini, di quell’amore che nonostante le distanze e la separazione non voluta fa sentire vicini, di quell’amore vissuto come un dono prezioso. Un amore sentito nelle viscere, un amore che riempie di orgoglio pur non potendo più assaporarlo attraverso il contatto fisico, un amore presente tra i battiti del proprio cuore e che lo fa gioire perché grati alla vita di averlo incontrato. Una storia in cui la vera ricchezza è la sensibilità d’animo di due esseri in grado di ascoltare ciò che i sensi scandiscono, in grado di vedere al di là dei propri occhi, in cui l’uno e l’altro si completano trasformando ciò che in ciascuno di loro manca in punti di forza. Una forza, l’Amore, contro cui né il tempo né la distanza possono nulla, che unisce gli uomini, più forte della paura e della sfiducia, che dà la vista ai ciechi e che non obbedisce alle leggi del degrado, che fa crescere e non conosce confini se non quelli della gratitudine in cui sentirsi pieni e completi.
Mi sono chiesta mille volte, leggendo questo libro, “esiste un amore così infinito?”.
“Ci sono cose che le persone che vanno per il mondo su due piedi non possono capire. Credono che si possa vedere soltanto con gli occhi. E credono che le distanze si possano superare solo con i passi”.
Il segreto probabilmente è nel vivere ogni giorno dando ascolto ai battiti del proprio cuore e se la vita ci permetterà di incontrare una persona che ne è in grado allo stesso modo… quell’Amore ci completerà.
Un thriller psicologico la cui intera lettura sembra frutto di allucinazioni e percezioni alterate o esagerate della realtà. I due protagonisti Adam e Traxebru sono giovani, belli e divoratori della vita, bisognosi di viverla all'estremo delle proprie emozioni e pulsioni, sempre alla ricerca di ciò che può scuotere le loro torbide esistenze. Determinati, acculturati, conoscitori e intenditori di tante cose nonostante la giovanissima età, padroni, o meglio apparentemente padroni, delle loro azioni e dei loro progetti. Vivranno in simbiosi anni di egocentrismo in cui il Dio denaro è l'unica ragione di vita. Pur essendo socievoli con quasi tutti si considerano dei sociopatici, sempre in guerra con la dilagante ignoranza della plebe che incontrano anche nei luoghi più ameni. Entrambi con alle spalle vissuti pesanti, uno risponde alla vita con rabbia, prepotenza, arroganza, incapacità di amare e provare sensi di colpa, perversione, e man mano si lascerà divorare dai suoi istinti più malvagi e diabolici; l'altro più responsabile, dolce, empatico, attento a non cadere nei vizi e in grado di donare amore. Sembrano quasi due personalità antitetiche di un unico protagonista, anziché due. Il male e il bene, l'oscurità e la luce. Il secondo mi ha suscitato sensazioni positive e mi ha anche commosso in un momento particolare della trama, il primo si fa abbastanza odiare perché nella sua strafottenza sembra essere la vera e propria incarnazione del male. A farli incontrare Aneta, la sorella autistica di Traxebru, una presenza angelica dotata di capacità sensitive che condurrà i ragazzi a vivere esperienze paranormali sul filo costante della paura e dell'adrenalina.
Un romanzo molto ricco sia dal punto di vista delle descrizioni nelle quali l'autore sembra si diverta ad usare parole piuttosto ricercate, che dal punto di vista del numero delle vicende che si intrecciano tra loro in un susseguirsi costante che spingono il lettore a continuare nella lettura. L'autore, sicuramente dotato di fervida immaginazione, è stato in grado di dar vita ad una particolarissima storia che mi sento di consigliare soprattutto agli amanti del genere.
Ho sempre sentito parlare di Erri De Luca, mi capita di leggere spesso sue citazioni pubblicate sui vari social e non avevo mai approfondito la sua conoscenza se non fino all’acquisto di “Il peso della farfalla”, uno dei tanti libri che ha scritto. Da appassionata di montagna quale sono, ciò che mi ha da tempo incuriosito di lui è appunto il parlare di essa con l’eleganza, l’umiltà e la conoscenza di chi realmente l’ha vissuta e probabilmente la vive ancora. Per “vissuta” intendo dire che lui non ci ha solo camminato sopra percorrendone sentieri e scalandone pareti, intendo dire che ne ha respirato i paesaggi, ne ha osservato gli animali di cui ce ne parla con grande rispetto e maestria, ne ha percepito con i sensi ogni dettaglio mettendoli sempre in relazione alla specie dell’uomo in un parallelismo sottile che accompagna tutto il libro. Erri De Luca è conosciuto nel mondo dell’alpinismo e dell'arrampicata, è poeta, giornalista, traduttore italiano ed è considerato dal Corriere della Sera lo scrittore del decennio. Ho letto alcune recensioni su questo libro alcune delle quali esprimono la difficoltà ad averne capito il senso, a mio avviso infatti Erri De Luca non è per tutti. Il suo stile letterario è del tutto particolare, capace di entrare nel cuore e nella mente delle persone capaci di leggere ed ascoltare con i sensi ciò che l’autore esprime tra le righe, esattamente come fa lui con ciò che lo circonda. Molte delle sue descrizioni infatti conducono su riflessioni molto ampie che vanno al di là del “semplice” racconto di cui ci vuole parlare.
“Il re dei camosci è un animale ormai stanco. Solitario e orgoglioso, da anni ha imposto al branco la sua supremazia. Forse è giunto il tempo che le sue corna si arrendano a quelle di un figlio più deciso. È novembre, tempo di duelli. Dalla valle sale l’odore dell’uomo, dell’assassino di sua madre. Anche quell’uomo era in là con gli anni e gran parte della sua vita era passata a cacciare di frodo le bestie di montagna. E anche lui porta il nome di “re dei camosci” per quanti ne ha uccisi. Una farfalla bianca sta sul corno del vero re dei camosci, un fucile sta a tracolla del vecchio cacciatore di montagna. Li attende lo scontro, il duello di due esistenze opposte, l’antico conflitto tra uomo e animale, tra due solitudini diverse".
Edizioni: Le Mezzelane Casa Editrice
Anno 2018 - pag. 83
La recensione che vi propongo oggi è su un libro che si fa scegliere già solo a guardarlo poggiato sulla mensola della libreria o in bella mostra nei negozi online. Mi hanno infatti conquistata prima di tutto il titolo e la copertina. Merito del titolo è stato l’aver suscitato in me una forte sensazione di collegamento al vivere quotidiano e l’avermi dunque annunciato con chiarezza ciò che poi concretamente ho ritrovato nella lettura delle storie descritte. Nessun racconto particolarmente romanzato o con “effetti speciali” allo scopo di creare trepidazione nel lettore ma quella semplice eppur complicata vita di donne normali e comuni a molte di noi in cui potersi rispecchiare pienamente, ed è proprio questo ciò che ho più apprezzato. La copertina mi ha anch’essa affascinata al punto da voler elogiare, quasi con dovere e con queste parole, la bravura della graphic designer della casa editrice. Con competenza, gusto e classe infatti ha progettato l'immagine che meglio poteva vestire e rappresentare questo libro. Un abito leggero, delicato ed elegante quanto lo stile narrativo dell'autore, Franco Feliciani, che con un linguaggio semplice e trasparente accompagna per mano il lettore attraverso i suoi otto racconti.
In queste storie l'autore ci parla di donne ma anche di uomini. Ci parla, con rara sensibilità, di difficoltà, di sofferenza, di violenza, di pregiudizio, di tradimento, di momenti della vita decisamente pesanti e dolorosi che lasciano sì delle ferite ma nello stesso tempo lasciano anche porte delicatamente aperte all'emozione di nuove esperienze. Ci parla dunque di donne che si concedono il permesso di vivere, nonostante tutto, seconde opportunità. Di vivere gradualmente il desiderio del cambiamento e della rinascita che si propone all'animo loro in modo quasi del tutto naturale e spontaneo come a voler sottolineare che le esistenze di ognuno di noi sono fatte sì di sofferenze e fragilità ma anche di nuova luce e nuovo amore in un divenire continuo che è la vita stessa.
Lettura consigliata non solo alle donne.
Acquistabile sia in formato cartaceo che kindle:
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Genere: sociologia/attualità
Edizioni: Laterza
Traduzione: S. Minucci
Anno 2002 - Pag. 272
Tra le mie ultime letture ha trovato posto "Modernità Liquida" di Zygmunt Bauman. Un invito, in realtà, che è stato rivolto a me e a parte dei presenti in sala, da Alessandro Quasimodo, figlio del grande poeta che noi tutti conosciamo, in un momento di scambio al termine di un seminario di scrittura poetica a cui partecipai tempo fa e dove lui era presente tra il pubblico. Da persona curiosa, non ho potuto fare a meno di seguire il suo suggerimento nonostante non sia un testo di facile lettura. E, benché le mie recensioni siano dedicate maggiormente a libri di scrittori esordienti, riportarvi a grandi linee anche l'articolata interpretazione che lo studioso Bauman vuole darci sulla società moderna e sul caos che ci circonda mi sembra un atto dovuto e necessario. Ovviamente senza nessuna pretesa di essere esaudiente vista la complessità di testo e argomento.
Per "modernità liquida" Bauman intende una forma di individualismo estremo, fondamentalista. Un tipo di modernità privatizzata, in cui l’onere di costruire un progetto di vita e la responsabilità di un eventuale fallimento ricadono soltanto sull’individuo. In un mondo liquido le persone, leggere e non strutturate, si emancipano dalla società, rendendosi libere da qualsiasi tipo di catena che impedisca i movimenti, perdendo tuttavia ogni riferimento alla comunità e al suo senso di appartenenza.
Bauman sostiene che l'incertezza che attanaglia la società moderna deriva dalla trasformazione dei suoi protagonisti da produttori a consumatori. In particolare, egli lega tra loro concetti quali il dilagante consumismo, che più porta a svuotare i negozi e più svuota la terra; la globalizzazione con i suoi problemi legati ai fenomeni migratori, alla multietnicità e diversità e anche ai governi sempre più incapaci di far quadrare i conti con le risorse che controllano; lo smantellamento delle sicurezze e una vita liquida sempre più frenetica e costretta ad adeguarsi alle attitudini del gruppo, per non sentirsi esclusa. Gruppo inteso come massa e non come congregazione.
Individuo che non ha più punti di riferimento, che diventa spettatore passivo del personaggio politico, e del sistema politico in generale, che non offre più azioni concrete ma solo spettacolo sotto i riflettori. Società che vive il cambiamento anche nel lavoro e che vede le persone arrabattarsi e affannarsi alla ricerca di un'occasione precaria da cogliere al volo più che a raccogliere il prodotto di un processo pianificato e programmato. Il posto di lavoro viene vissuto come un camping nel quale si pianta la tenda per qualche giorno ma si potrebbe abbandonare in qualsiasi momento. Tale precarietà e facilità nell'essere sostituiti porta a percepire il mondo come un contenitore pieno di oggetti monouso, un luogo in cui vivere in termini di gratificazione immediata perché il suo futuro è nebuloso. "Ora" diventa la parola chiave nella strategia di vita in un mondo imprevedibile in cui la procastinazione del soddisfacimento ha perso il suo fascino.
In parole povere in condizioni di "liquidità" tutto è possibile, malleabile, modificabile, intercambiabile, senza essere legato al tempo né allo spazio o da essi ostacolato, ma nulla può essere fatto con certezza.
L'incertezza, dunque, la sfiducia, l'insoddisfazione, il senso di impotenza, la vulnerabilità diventano inevitabile conseguenza di questa società nella quale all'apparente libertà senza precedenti fanno da contraltare una gioia ambigua e un desiderio impossibile da saziare.
È stata ed è, per chi vorrà approfondire la lezione di vita che Bauman ci lascia, una lettura impegnativa e complessa tuttavia utile, arricchente e direi necessaria.
Edizioni: Le Mezzelane Casa Editrice (Collana Live&Love)
Anno 2018 - Pag. 124
Un romanzo deliziosamente eccitante e romantico. L'autrice, Demetra Kanakis, scrive da tempo sotto altra identità. È fermamente convinta che la vita abbia molta più fantasia delle storie che si raccontano e che il limite tra realtà e finzione sia incerto e spesso superfluo.
In effetti, leggendo “Lingerie” ho spesso pensato che le piccanti vicende vissute dai protagonisti, potrebbero essere tranquillamente tratte dalla vita reale. Ormai l'uso dei nostri amati smartphone ci permette di scattare foto o registrare video in qualsiasi posto, in qualsiasi modo e condividere le immagini in tempo reale con chi vogliamo. Ed è proprio su questo particolare che si basa il gioco erotico tra Manuel, che ordina alla sua donna di provare biancheria sexy nei camerini dei negozi e di fotografarsi, e Laura che si lascia coinvolgere e invia, eccitata, gli scatti al suo lui.
Una storia, la loro, non esattamente chiara e intesa in modo univoco da entrambe le parti. Vissuta tra amore e inaspettate scoperte sessuali per una Laura sincera e forse ingenua nei sentimenti e un Manuel invece più incline al solo piacere e al divertimento, come rivelano alcuni anomali episodi che lei da innamorata sottovaluta. Relazione in cui Laura pian piano comincia a sentirsi come mascherata di un ruolo che non le appartiene e in cui non si sente pienamente se stessa. Quando scopre Manuel con un'altra donna, Laura si sente tradita, ne soffre per diverso tempo, ma si rende anche conto che non era quello il tipo di legame che avrebbe voluto nella sua vita. Ed è grazie ad un'incresciosa vicenda accaduta proprio nel negozio dove di nascosto assecondava le voglie di Manuel, che Laura conosce un altro uomo con cui, tra equivoci e regali, inizierà una seconda storia. Se sarà di solo sesso o di vero amore lo lascerò scoprire al lettore.
Un delizioso romanzo, dunque, da leggere in pochi giorni se non in un pomeriggio. In cui scoprire ed assaporare non solo l’erotismo, ma anche argomenti quali la sofferenza, l’amore, la conoscenza di se stessi e l’amicizia, descritti dall’autrice in modo abile, delicato, sensuale, mai volgare e coinvolgente dalla prima all’ultima pagina.
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Genere: romanzo erotico
Edizioni: Le Mezzelane Casa Editrice
Leggendo questo libro ho pensato più volte che non sarei mai riuscita a trovare le parole giuste per recensirlo. Non avevo nemmeno intenzione di provarci fino agli ultimi capitoli. Poi ho cambiato idea per via della profonda riflessione che questa storia è stata in grado di scaturire in me. Una storia che racconta un mondo "parallelo", sessuale, perverso, esagerato, malato, che possiamo ritrovare nella realtà di oggi soprattutto tra personaggi di un certo potere. Un mondo loro, lontano dal nostro, o forse nemmeno tanto, di cui ci interessiamo solo nel momento in cui i tg ci parlano di qualche scandalo che vede coinvolti politici o ricchi imprenditori. Per tutto il resto del tempo non se ne sa niente ma c'è, continua ad esserci. Un mondo fatto di donne disposte a tutto pur di fare carriera e di conseguenza soldi. Un mondo di uomini altrettanto malati di egoismo e di sesso.
"Le nuove confessioni di Eva" è un romanzo erotico di quelli forti. Rita Angelelli, l'autrice, usa un linguaggio diretto, schietto, deciso, senza peli sulla lingua e mai volgare. Nel suo libro è indiscutibilmente il sesso il vero protagonista, presente quasi in ogni pagina e che si racconta attraverso Eva. Ogni capitolo è intriso di voglie, odori, pulsioni, tentazioni a cui lei non sa dire di no. Come scriveva Oscar Wilde "L'unico modo per liberarsi da una tentazione è concedersi ad essa". E ad Eva piace concedersi sempre. Eva è una donna bella, sensuale e consapevole delle sue capacità di seduttrice. Vive una relazione statica con un uomo da cui non si sente appagata, che non le dimostra amore, che la tratta come oggetto dei suoi piaceri e di cui è stanca. Quando lui si assenta per lavoro, lei comincia a trascurare gli studi e ad impiegare il tempo su Internet facendo ricerche di siti che parlano di sesso in tutte le sue forme. E non lo fa per noia ma per semplice bisogno di assecondare le sue fantasie e conoscersi più in profondità. Decide di aprire un blog dove esprime la sua parte più erotica e perversa. Eva si rende sempre più conto che quel mondo le piace ed è il suo. Comincia ad incontrare gli uomini che la contattano attraverso il blog, si presta alle loro pulsioni, si fa usare e lo sa. Si fa trattare come una poco di buono e probabilmente lo è dal momento che lei stessa ammette di sentirsi sempre eccitata dalle attenzioni di persone sconosciute. A volte si odia ma va avanti per la sua strada senza guardare in faccia a nessuno. Approfittando del suo fascino e del fatto che uomini facoltosi sono disposti persino a pagare profumatamente per averla, decide di rendere questo suo interesse una vera e propria attività che nel giro di poco tempo le permette di accumulare una piccola fortuna. Quando il suo compagno scopre tutto, il giorno della sua laurea, la picchia brutalmente e la vita di Eva cambia. Lei diventa ancora più sicura di sé e di quello che vuole. Lo minaccia di rovinare la sua carriera da avvocato essendo a conoscenza dei giri loschi in cui si era infilato. Gli ruba soldi e documenti compromettenti e scappa via. Trova un lavoro mettendo ancora una volta a disposizione il suo corpo e le sue voglie, si crea inoltre una vita parallela segreta. Apre e gestisce un dungeon (luogo appositamente attrezzato per effettuare giochi sessuali legati anche al BDSM) dove riveste il ruolo di Prodomme. Diventa una donna ricercata da gente di un certo calibro che ama farsi torturare e sottomettere da lei. Il suo ex compagno però continua a cercarla ed è pericoloso. Eva è costretta a cambiare città, a trovare un nuovo lavoro e a ricreare ancora una volta la sua attività segreta. Non ho avuto l'impressione di scorgere in Eva una donna triste, come potrebbero osservare altri lettori, né sola o in cerca di amore vero. Ho trovato invece in Eva una donna consapevole sia del suo potere seduttivo che della sua passione per il sesso al punto da usarli come punti di forza per raggiungere successo economico e lavorativo. E ci riesce mettendo in campo anche intelligenza e capacità professionali non indifferenti. Mi sono detta molte volte capitolo dopo capitolo... Eva rappresenta semplicemente la parte perversa e cinica di tutte quelle donne che molte di noi con disgusto critichiamo e disprezziamo. Eva rappresenta quella parte di donne disposte a tutto pur di raggiungere i propri obiettivi, che approfitta della perversione maschile, ovunque presente, usandola a suo beneficio. Eva è una donna dalla personalità molto determinata e consapevolmente sporca. Ha vissuto esperienze forti nella sua infanzia che l'hanno portata a comportarsi in quel modo, ha sicuramente sofferto ma ha anche trovato in un certo senso il modo di vendicarsi su quanto subìto sottomettendo uomini di cui lei stessa ha una bassa opinione.
Eva è la donna che sa quello che vuole e, a modo suo, lo ottiene.
Romanzo molto forte, coinvolgente, scritto con grande coraggio e che si fa divorare pagina dopo pagina. Consigliato a chi non si scandalizza facilmente.
Acquistabile sia in formato cartaceo che Kindle - 275 pag.
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Genere: romanzo storico
Edizioni: Le Mezzelane Casa Editrice
Anno 2017 - Pag. 300
Ho scelto di leggere questo romanzo perché ero rimasta affascinata dal precedente "L'enigma del Battista" della stessa autrice. Dunque conoscendo le capacità narrative di Lorena Marcelli ero sicura di non restarne delusa. Così è stato. Si tratta infatti di un bellissimo romanzo storico, non facile da recensire proprio per la dedizione e la maestria con cui è stato realizzato. In esso l’autrice ci racconta le vicissitudini di una nobildonna bella, sapiente, sicura di sé e caparbia, realmente vissuta tra gli ultimi anni del XIII° secolo e l’inizio del XIV°. Alice Kyteler, questo il suo nome, possedeva tutte quelle qualità che al giorno d'oggi fanno di una donna un simbolo di successo e realizzazione, ma che a quei tempi erano non solo causa di invidie e maldicenze ma anche di accuse pesanti. Una donna non poteva sapere e conoscere tante cose né tanto meno imporsi agli altri, soprattutto agli uomini, come solo lei era in grado di fare con determinazione e orgoglio. Dedita all'Antica Religione, edificava la sua fede sul culto di antiche divinità e non di un unico Dio. Alice Kyteler e tutti coloro che erano del suo stesso credo non andavano in chiesa, ma praticavano rituali di luce, magia, amore e continua conoscenza fondati sulla simbiosi con la natura, con i ritmi delle stagioni e sul culto della Dea e del Dio come divinità alla pari e dalla cui unione si generava “il tutto”. Religione dunque vista dal cristianesimo come un male da estirpare e per la quale in tanti furono bruciati sul rogo. Alice, inoltre, era esperta di erbe e infusi che utilizzava regolarmente allo scopo di curare le malattie che affliggevano gli abitanti di Kilkenny. Fu per questi motivi considerata eretica e strega, fu accusata di aver avvelenato tre dei suoi quattro mariti e perseguitata. Fu proprio la serva dell’ultimo ricco consorte che, nel momento in cui l’uomo cominciò a perdere peli e unghie, lo convinse a denunciarla al vescovo de Ledrede, il quale già dal suo arrivo in Irlanda stava raccogliendo prove contro Alice. Soprattutto stava cercando di entrare in possesso di un importante segreto, una reliquia, che la donna conservava in qualche luogo.
Una storia coinvolgente che consiglio di leggere a tutti gli appassionati del genere ma anche ai meno attratti. Basta non lasciarsi scoraggiare dalle minuziose descrizioni di quel periodo così lontano da noi, cui l’autrice si dedica in particolar modo nella prima parte del libro. È importante considerare che Lorena Marcelli è stata in grado di riportare fatti realmente accaduti e di incastrare tra loro accadimenti, vicende, luoghi, personaggi e intrighi in modo davvero abile e infallibile. Ogni parte del libro è funzionale alla comprensione dell’intera trama dentro la quale man mano che ci si immerge, più non ci si distacca.
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LA RAGAZZA DI KOROS
Genere: romanzo rosa
Acquistabile sia in formato cartaceo che Kindle - 216 pag:
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Genere: manuali
Edizioni: Aloha
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Ciò che mi ha colpito, ancor più della storia d'amore,
è l'intensità dell'argomento trattato attraverso
descrizioni di momenti e comportamenti dei protagonisti
a volte terribilmente perversi. Ai limiti della follia.
In questo romanzo si parla di un tema molto serio che può piacere, coinvolgere ed eccitare, ma anche infastidire perché in alcuni casi di difficile accettazione o condivisione.
"Il cerchio" è perciò un romanzo che si fa amare e rifiutare nello stesso tempo.
La sua trama intrisa d'amore, rispetto, fiducia, passione, calca intensamente ogni pagina. E la maestria degli autori ci fa immergere totalmente all'interno di una storia in cui l'intesa e la profonda fusione reciproca dei protagonisti predominano.
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