Consigli di lettura - Le mie recensioni


LA VITA E' FREDDA di 
Giampiero Di Federico

Edizioni: Nuova Prhomos
Genere: biografia
Anno 2020 - Pag. 319

Ho da poco finito di leggere “La vita è fredda", la biografia della guida alpina Giampiero Di Federico, e ne sono profondamente commossa. Forse potrà sembrare strano ritrovarsi con gli occhi lucidi con un libro che parla di montagne e alpinismo, eppure lo sono. Ho avuto il piacere di incontrare tra le righe un uomo umile, autentico, sincero, appassionato, follemente innamorato della montagna e soprattutto... libero. Ecco, ciò che mi emoziona di più sono la coerenza e il coraggio che l'autore ha avuto nella vita di inseguire ciò che il suo istinto dettava, nonostante i rischi e le incertezze, libero da qualsiasi schema mentale imposto. Ha conseguito una laurea “per sicurezza”, come lui stesso descrive, ma il suo richiamo era l'alpinismo e credo lo abbia vissuto nella maniera più completa che un uomo possa desiderare. Pagina dopo pagina non solo Giampiero ci svela le grandiosità che ha compiuto ma mette anche “a nudo” se stesso, parlandoci delle sue paure. Ci racconta sotto forma di diario quello che è stato il suo percorso personale riguardo alla montagna, il suo rapporto con la roccia, il ghiaccio, le vette, “in montagna respiravo me...l'avventura in montagna è sede di autenticità con il proprio cuore”, “quando si è sospesi, si è in un'altra dimensione, si è soli con se stessi, con le proprie debolezze, con le proprie capacità, con le angosce. Appeso alle proprie mani, alla propria tecnica, il tempo non esiste, il razionale svanisce”. Così Giampiero ci narra le sue scalate, le sue imprese sulla Majella, sul Gran Sasso, sugli ottomila dell'Himalaya (è stato il primo italiano ad averli superati in giornata), sulle Dolomiti e quant'altro fino ad arrivare alla sua amata falesia di Roccamorice, ci svela la sua natura folle di uomo che sfida se stesso salendo pareti verticali e strapiombanti spesso slegato come fosse un tutt'uno con essi. 

Giampiero ha sfiorato più di una volta la morte e ha perso compagni di viaggio...sarà da ricondurre a questo il significato del titolo? Non solo...l'autore crea una sorta di parallelismo tra la libertà sincera che i monti gli restituivano e la realtà dei ruoli e delle gerarchie, delle sottomissioni psicologiche, del consumismo dentro cui avrebbe vissuto la sua vera solitudine se non avesse seguito la sua vera essenza. Dunque la vita... sta diventando fredda, per via dell'immagine che ognuno di noi si sta costruendo dietro i social e i ruoli che altri impongono, “non è facile conservare se stessi in un mondo così dominato dalle comunicazioni, dagli annunci anticipati, dalle pressioni dei social e del denaro”. Ho letto tanta amarezza in questa analisi che Giampiero fa, ma non posso che trovarmi d'accordo con lui. Stiamo vivendo un mondo in cui prevalgono la fretta esistenziale, la superficialità dei rapporti, l'omologazione e l'autore invita i nostri figli a ribellarsi al cuore che tace, ai sentimenti silenziati, al cinismo imposto dalla società, così come lui stesso ha fatto. Leggendo La vita è fredda ho dunque incontrato non solo un professionista dell'alpinismo ma anche e soprattutto un uomo che ha fatto della sua vita un monito alla lealtà verso se stessi, al rispetto dell'altro e della montagna e al credere in ciò che ci appassiona. Il libro inoltre è ricco di foto che mi hanno permesso di osservare nel concreto immagini reali delle pareti scalate e non solo. Mi sono anche piacevolmente ritrovata in due foto, la prima in una delle cene tra allievi del corso di arrampicata e l'altra in vetta a Torre Graziella (guglia rocciosa alta 30mt a Roccamorice) mentre brindo con Giada, la mia compagna di scalata, grazie allo spumante tirato fuori a sorpresa proprio da Giampiero. Un bellissimo ricordo che porterò sempre con me insieme alla lettura del suo meraviglioso e avvincente libro. 


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SPECCHIO E ANIMA
di Sara Caramanico

Edizioni: Il Viandante
Genere: narrativa (collana Rumore di carta)
Anno 2017 - Pag. 270

Specchio e Anima è la storia di una ragazza di 16 anni, Stella, dotata di una particolare sensibilità e grande intelligenza che vive un rapporto conflittuale con il suo corpo. Non si piace, ha abitudini alimentari irregolari, vive una situazione familiare non equilibrata. Il suo mondo interiore, oppresso da un'ombra che non riesce a comprendere, sembra rispecchiare il mondo che la circonda pieno di dispiaceri e insoddisfazioni.
Tuttavia, grazie alla sua profonda maturità, Stella possiede il dono di riuscire a cogliere in ciò che le accade dei segni che possono essere importanti per il suo cambiamento. In particolare un sogno che non lascia abbandonato a se stesso e che decide di raccontare e capire, diventa la chiave di volta per sciogliere nodi che la tengono legata a situazioni non ancora risolte. Questo sogno, insieme all'aiuto di una dietologa, le permette di scoprire cose di cui non era a conoscenza, di superare barriere, di lasciare andare via dolori del passato, di ristabilire i rapporti con la madre, con la sua migliore amica, di abbandonare un altro legame che seppur importante era portatore di sofferenza.
Specchio e anima è la storia di tante ragazze e ragazzi, mi sono lasciata trasportare dalle pagine e mi sono ritrovata spesso a ripercorrere i miei anni di liceo, il modo in cui vivevo me stessa e il confronto con i miei coetanei. Ho riassaporato emozioni simili a quelli provati da Stella. Ho trovato molto abile l'autrice, Sara Caramanico, nel descrivere le varie situazioni e vicissitudini. Un romanzo in cui i più giovani possono ritrovarsi ma che può far riflettere anche chi ha superato da un po' quel periodo delicato dell'adolescenza. Un romanzo che dà valore al senso della vita in generale, che sottolinea la delicatezza e l'importanza della relazione genitori-figli e dell'amore come base fondamentale di ogni rapporto umano. Una storia di superamento, di rinascita, di consapevolezza e crescita.


Disponibile negli store online sia in formato cartaceo che kindle

IL SUGGERITORE 
di Donato Carrisi

Edizioni: TEA 
Genere: thriller suspense
Anno 2017 - Pag. 462

Sinossi: Qualcosa di sconvolgente è accaduto, qualcosa che richiede tutta l'abilità degli agenti della Squadra Speciale guidata dal criminologo Goran Gavila. Il loro è un nemico che sa assumere molte facce, che li mette alla prova in un'indagine in cui ogni male svelato porta con sé un messaggio. Ma, soprattutto, li costringe ad affacciarsi nel buio che ciascuno si porta dentro. Sarà con l'arrivo di Mila Vasquez, un'investigatrice specializzata nella caccia alle persone scomparse, che gli inganni sembreranno cadere uno dopo l'altro. Ma un disegno oscuro è in atto, e ogni volta che la Squadra sembra riuscire a dare un nome al male, ne scopre un altro ancora più profondo.

Un romanzo carico di intrecci e suspense che ti prende sin dalla prima pagina. 
L'autore con la sua abilità descrittiva e una fervida immaginazione aggiunge man mano elementi che non ti aspetti, che ti lasciano l'amaro in bocca e l'incredulità negli occhi.

Disponibile in libreria, su Amazon e altri negozi online


KELLY BLOOM 
INVERARAY BLUES 
di Simona Veresani

Edizioni: Il Viandante
Genere: narrativa
Anno 2019 - Pag. 134

Sinossi: Una nuova consapevolezza, quella della protagonista del romanzo: da Kelly a Miss Bloom. Un viaggio in Italia, un sogno rivelatore, infine il ritorno ad Inveraray, il luogo d’origine. Il romanzo ripercorre alcune delle dinamiche dei suoi protagonisti, sviscerando i rapporti che li uniscono. Miss Bloom e Karl Schutzberg, due differenti passati in un unico presente, due immagini diverse riflesse in uno stesso specchio. Nuovi personaggi si affacciano all’orizzonte, nuove prove attendono Kelly, in un crescendo di situazioni drammatiche che si riveleranno fatali.

Una lettura leggera e scorrevole che accompagna piacevolmente i momenti di pausa e relax. 

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AL POSTO MIO 
di Sara Palladini

Edizioni: Il Viandante
Genere: narrativa
Anno 2019 - Pag. 133

Sinossi: Una serata di pioggia, lampi e tuoni. Mia, di appena tre anni, non sa che la madre la sta lasciando per inseguire una felicità fino ad allora sconosciuta. Cresce così con un senso di abbandono che la divora dentro, che la fa sentire inadeguata, sola, costantemente arrabbiata. Dall'altro lato c'è sua madre, Morena, incapace di amarsi e di amare gli altri, una donna che preferisce indossare maschere per nascondere il dolore e i sensi di colpa. Figlia e madre si raccontano mettendo a nudo le reciproche fragilità, ognuna dal proprio punto di osservazione, dal proprio posto. Una storia per adolescenti e adulti che mette in risalto il valore dell'ascolto e della comunicazione nella costruzione di relazioni significative.

Un racconto di sofferenza, lotta e rinascita. Una storia che esiste nella realtà, che colpisce, che fa riflettere, che dovrebbe spingere ognuno di noi a guardare oltre. 

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SOTTO LE SCALE 
di Manuela Toto

Edizioni: Tabula Fati
Genere: raccolta di poesie
Copertina di Emanuele Dragone
Anno 2019 - Pag. 93

Sinossi: Parole nascono dalla gioia e dalla felicità, altre parole trovano forma dal superamento di momenti di buio e di sofferenza. Ma, dopo il dolore, quelle parole ritrovano l'amore, ne cantano i momenti felici, ne accolgono quelli meno facili.
C'è tutto questo nella raccolta di Manuela Toto, e molto altro ancora, compresa la capacità di essere di stimolo agli altri, spingendoli a guardare in se stessi, senza paura.



«Non posso fare a meno di scrivere. 
E di tornare a capo.
Non posso evitare di lasciare spazi bianchi
per permettere alle parole di risuonare.
Per lasciarle respirare.
Per farle arrivare lì dove c'è bisogno.»

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IL COLORE 
DEI PENSIERI
di Arturo Bernava

Edizioni: Chiaredizioni
Genere: narrativa 
Anno 2018 - Pagine 265

La lettura di cui voglio parlarvi oggi è di un autore abruzzese premiato in oltre cento concorsi letterari. La sua opera "Il colore dei pensieri" è stata infatti per me conferma e testimonianza tangibile delle sue riconosciute qualità di scrittore.
Arturo Bernava possiede un grande dono, con questo romanzo non ha solo scritto una storia ma ha dato vita a un incontro di più storie. Attraverso di esse consegna a chi legge un insieme di significati e temi importanti che coinvolgono donne, bambini, uomini, ognuno dotato di una ben definita personalità e ognuno portatore di un messaggio. 
Ho trovato sin dalle prime pagine molto interessante il puzzle di eventi e protagonisti che man mano che si procede nella lettura l'autore abilmente incastra tra loro. Protagonisti sì, più che singoli personaggi. Ho avuto l'impressione che lo siano tutti proprio perché ognuno di loro riveste un ruolo ben preciso e dona il proprio contributo al complesso di situazioni descritte.
Il romanzo ci permette di viaggiare tra l'Abruzzo dove vivono la bella Doralice con i suoi "colori" emotivi e il suo silenzioso Giulio e l'Africa da dove viene il piccolo Samù che ha bisogno di urgenti cure mediche, terra tanto meravigliosa quanto oggetto di profitti, guerre e ingiustizie. 
L'autore inoltre non si limita a descrivere scene ed eventi ma dà voce anche ai pensieri dei protagonisti. In alcune pagine sembra addirittura che riesca ad accarezzarne idee e sensazioni spingendole delicatamente fuori e allo stesso modo stimola riflessioni e pensieri nel lettore. Mi sono ritrovata spesso con la mente persa negli argomenti trattati, dalla mafia al traffico di organi, dalle guerre e le miserie alla fuga di chi cerca una vita migliore. 
Una storia intrisa di voglia di guarire se stessi aiutando il prossimo.
Si viene a delineare così un quadro colorito di intrecci, gioie e dolori, ironia e paradossi, amore e speranza, paura e angoscia, in una sola parola... emozioni... che nella diversità sia dei luoghi che dei vissuti accomuna le persone rendendole vicine nell'animo. 

"Le lacrime dell'anima sono invisibili ai più. […] Non si piangono con gli occhi e sgorgano a seconda dell'anima, con un ritmo che nulla ha a che vedere con i ritmi del mondo. […] Solo chi le ha provate ne percepisce, nell'espressione degli altri, la presenza e la forza straordinaria, a anche nei volti, nel modo strano e particolare di muovere le mani, la bocca. Solo chi le ha provate le rinviene nell'intensità di uno sguardo. Le lacrime dell'anima si ritrovano un po' ovunque… in Africa, in Italia, in tutto il mondo."


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MI PERMETTA DI
OFFRIRLE UN CAFFE'
di Elena Fanti

Edizioni: Le Mezzelane Casa Editrice
Genere: romanzo rosa (collana Live&Love)
Anno 2018 - Pagine 123

Il romanzo che, questa volta, ha accompagnato alcune ore dei miei caldi pomeriggi estivi fa parte della collana Live&Love della casa editrice Le Mezzelane. Avendo letto diversi libri da loro pubblicati, posso ancora una volta confermare l'alta qualità che questa casa editrice ha scelto di portare avanti con i suoi autori. Ho avuto tra l'altro il piacere di conoscere Elena Fanti di persona, avevo già sentito parlare di lei, ho ascoltato la sua presentazione a questo libro e ne sono rimasta positivamente colpita. Fiducia, curiosità e piacevoli sensazioni dunque mi hanno portata a leggere un romanzo che ha il profumo della speranza oltre che dell’amore. Anna ha annullato se stessa sposando un uomo che non l'ha mai amata. Ha riempito le sue giornate di sacrifici continui ricoprendo in solitudine il ruolo di moglie e madre lavoratrice. Ha subito passivamente gli insulti del marito, compromettendo anche il legame con le figlie che l’hanno odiata per la sua incapacità di difenderle e di pretendere una vita migliore. Compiere cinquant’anni l’ha stravolta, mille domande su quanto non avesse mai realizzato si sono prepotentemente insinuate nella sua mente insieme ad un pensiero fin troppo fisso, suadente e pericoloso. Anna è stanca della sua vuota vita. Mentre è ferma su un ponte a guardare scorrere il fiume sotto di lei, passa un uomo che con naturalezza le chiede il permesso di offrirle un caffè, distraendola da ciò che forse stava per fare. Da quel momento in poi Anna comprende che non è mai troppo tardi per rimediare ai propri errori, comprende che la forza che ancora possiede non deve usarla per sopravvivere ma per cambiare la sua vita.
Un romanzo delicato da leggere tutto d’un fiato, scritto con maestria e capacità. Una storia emotivamente coinvolgente grazie alle descrizioni attente ai particolari che solo un’autrice dalla fine sensibilità può riuscire a fare. Un libro che vale la pena di assaporare.

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ABBIE EVANS
di Antonio Venezia
Edizioni: Le Mezzelane Casa Editrice
Genere: Thriller (collana Ossessioni)
Anno 2018 - Pag. 80
Abbie Evans è una ex maestra di asilo condannata all'ergastolo ed è la macabra protagonista di un racconto che, per quanto breve, racchiude in sé tutto ciò che un thriller deve avere.
Letta in un'ora, la storia mi ha tenuta incollata alle pagine fino alla fine come se fluttuasse tutta all'interno di un unico respiro. L'autore Antonio Venezia è stato in grado di creare la suspense e la curiosità necessarie a non farmi distrarre minimamente da elementi esterni alla lettura. La descrizione abile e ben riuscita delle situazioni e degli eventi riesce a trasportare il lettore dentro le scene procurando stupore, brivido e ribrezzo al punto giusto. Thriller inquietante che mescola sogno e realtà, desideri e oscuri demoni, vite innocenti e follia omicida di una donna apparentemente normale.
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LA CHIOMA
DEL VENTO di
Barbara De Filippis
Edizioni: Le Mezzelane Casa Editrice 
Genere: raccolta di poesie
Anno 2019 - Pag. 107
Le poesie che ho avuto il piacere di assaporare, accarezzare e vivere in “La Chioma del Vento” sono espressione di una sensibilità rara da trovare ed è sorprendente scoprirne la profondità considerando la formazione prettamente scientifica dell’autrice. Sembrano essere un canale di sfogo, una via di comunicazione interiore, una finestra di luce sulla sua vera essenza che, attraverso la pubblicazione, apre al lettore per esprimergli la sua più intima autenticità. Barbara De Filippis ha il dono di riuscire a trasformare in parole e fotografare in versi qualsiasi cosa… un momento, una sensazione, un’emozione ma anche un paesaggio, un fiore, l’alba, un tramonto. Riesce con eleganza e delicatezza a dar voce a quel che suscita in lei ciò che in quel momento sta vivendo… non è da tutti una sensibilità tale, così come non è da tutti saper poi leggere, accogliere e farsi trasportare dalla poesia. È necessario abbassare le difese, leggere a mente spenta, lasciar risuonare le parole dentro, cogliere l’effetto che fanno al cuore, sulla pelle, nell’animo. La maggior parte dei suoi componimenti mi ha commossa, alcune mi hanno portata alle lacrime e ai brividi, altre mi hanno fatto sorridere con dolcezza, altre ancora le ho trovate perfette per i libri di testo a partire dalla scuola primaria in poi.

" Dalla parte del vento
si chinano i rami,
avanzano le onde
dalla parte del vento
e volano le note
insieme alle foglie.
Dalla parte del vento
fluttuano i miei pensieri,
dalla parte del vento
spiego le vele
e vivo." 

Il vento come filo conduttore, come elemento che accarezza o scuote, che scompiglia e spaventa oppure da osservare e da sfruttare. Il vento come movimento, come metafora del divenire della vita stessa, come voglia di non restare fermi solo a guardare, come voglia di mettersi in gioco e diventare parte attiva dell’esistenza. Il vento come voglia di cambiamento nonostante le fragilità, come voglia di ascolto interiore e dell’altro, come ritrovata consapevolezza di potercela fare, come opportunità di crescita, di vivere emozioni sempre nuove e inaspettate… è ciò di cui abbiamo tutti bisogno.

ULTIMO VENNE
IL COCKTAIL di
Emanuele Pompilii
Edizioni: Il Viandante
Genere: Narrativa
Anno 2017 - Pag. 142
Ultimo venne il cocktail è un romanzo che si fa “sorseggiare” con semplicità e leggerezza, nello stesso tempo lascia al lettore buoni spunti di riflessione. Il ripetuto cambio di punto di vista, inoltre, rende il testo molto originale.
Il tutto si svolge all’interno di un bar, davanti al bancone, tra un uomo, il barman e una donna misteriosa che “viene chiamata”. È il racconto di un uomo che accumula delusioni e le trasforma in cocktail. Per ogni gustosa miscela… una donna, per ogni donna… una storia. L’unica cosa che Lorenzo sa fare nella vita è scegliere amori impossibili e così nel dolore dorme poco e beve tanto.
“Perché si sa che a condannare siamo tutti bravi.
Ci ergiamo a giudici e aguzzini con una facilità disarmante,
adottiamo gesti e parole con estrema superficialità
dimentichi del fatto che chi abbiamo davanti
possa essere qualcuno che soffra, che abbia bisogno di aiuto”.
Parlare di queste donne sembra quasi uno sfogo, un percorso terapeutico, una sfida ed è curioso come lui riesca a racchiuderne le particolarità fisiche e caratteriali dentro una bevanda. Ancora più insolito è il modo in cui la donna misteriosa riesca a percepirne l’essenza semplicemente osservando e assaporando uno ad uno i diversi cocktails.
Attraverso le descrizioni che l'autore fa, sembra di essere nella scena, lì seduti davanti al bancone, insieme a loro.
Un viaggio insomma tra sapori di vita possibile, tra emozioni a contrasto tra loro come il dolce con l'amaro, tra caparbietà e senso di rivalsa...
"perché in questa vita anche il dolore serve".

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CODICE P
IN MORTE DEL PADRE
di Simona Novacco
  
Genere: poesia
Edizioni: Ianieri
Anno 2018 - Pag. 53
Oggi vi propongo un libro di poesie. Si dice che questo genere di lettura si sceglie poco eppure è in grado di donare tanto a chi ci si avvicina con pacatezza e sensibilità. La poesia è espressione dell'anima e per questo va assaporata con la dovuta calma permettendo alle sensazioni che i versi suscitano di risuonare dentro di noi, senza allontanarle o creando barriere. La poesia è un modo di tradurre a parole la vertigine di quel sottile confine tra pensiero ed emozione che fa sembrare folle chi tende a sentire col cuore tutto ciò che gli accade. E quando l'anima si esprime lo fa in modo del tutto personale, singolare, speciale, in linea con una sensibilità fuori dal comune. Una sensibilità per il sottile, l'invisibile, l'impalpabile che appartiene di certo all'autrice pescarese Simona Novacco. Un'autrice che attraverso i suoi versi esprime ricordi di vita vissuta, suoni, vibrazioni. Esprime la difficoltà nel vivere la separazione, ci parla dell'abbandono, dell'amore che la tiene stretta a suo padre, il suo codice p.
“La separazione più difficile
è stata quando l’ho compresa,
dapprima celata dal mese marziano
poi velata da un giovedì e un lunedì
intrappolata tra numeri di poco conto
è trascorsa piano
passando dagli occhi alle vene
squarciando infine il cuore.”
La poesia è per chi sente il bisogno di prendersi una pausa. Non solo temporale ma soprattutto spirituale. Vale per chi le scrive, vale per chi le legge. E chi di noi nella vita non ha bisogno di prendersi pause e darsi carezze? Perché quando si legge la poesia questo è... concedersi un momento di contatto con quella parte di noi più difficile da raggiungere. Può piacere o non piacere ma vale la pena tentare di camminare tra quegli intrecci di parole il cui senso l’autrice vuole condividere e comunicarci.
È un dono che non si può rifiutare, va accolto, è un concedere a chi legge un’intimità propria che non può che lusingare ed essere rispettata.
È un invito a sentire “oltre” che ognuno di noi può riuscire a cogliere.
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"UNA GRANDE AVVENTURA
nelle selvagge
montagne d'Abruzzo"
di Massimo Galante
Genere: narrativa
Edizioni: Tracce
Anno 2018 - Pag. 375
Il libro che vorrei proporvi oggi è di un autore esordiente abruzzese amante della natura e della montagna. Il testo nasce dal desiderio di dare vita narrativa alle annotazioni quotidiane che l’autore stesso ha riportato su di un diario durante “Una Grande Avventura nelle selvagge montagne d’Abruzzo” vissuta insieme ad altri tre amici.
Un romanzo dunque che si legge più come un diario autobiografico, caratterizzato da un linguaggio semplice, spesso informale, amichevole e da uno stile diretto e naturale, senza fronzoli.
Sin dalle prime pagine si può respirare la passione che Massimo Galante ha per la montagna di cui riporta nomi e dettagli; ma anche per le amicizie, quelle vere con cui condividere esperienze importanti e altamente formanti. Alla descrizione accurata e tecnica di sentieri, vette, valli e rifugi, l’autore infatti affianca la descrizione del legame profondo che esiste tra i quattro amici pescaresi che per festeggiare i cinquant’anni di due di loro organizzano quattordici giorni di trekking per le montagne abruzzesi. La lettura di questo libro diventa insomma un vero e proprio viaggio che parte dalla Majella e arriva al Gran Sasso, passando per il Parco Nazionale d’Abruzzo e per il Parco Regionale del Velino-Sirente, alla scoperta di posti magici, di sorprendenti panorami, della natura incontaminata, di boschi, di innumerevoli animali selvatici, di cime raggiunte e notti passate in rifugio, in tenda o all’addiaccio sotto le stelle a più di 2000 metri di quota con tanto di finale assolutamente inaspettato.
Da appassionata di montagna quale sono e da ammiratrice delle meraviglie abruzzesi, l’autore ha avuto il privilegio ed il vantaggio di farmi rivivere alcune escursioni che anch’io ho affrontato, l’emozione che si prova quando si raggiunge una vetta e se ne abbraccia la croce, la fatica e la meraviglia che si vivono durante il lungo cammino. Una grande esperienza vissuta dai protagonisti non senza difficoltà ed imprevisti da risolvere dove la montagna viene considerata maestra di vita, severa, leale. Una montagna che insegna a lottare, ad essere corretti con se stessi e ad aiutare il prossimo. Una montagna che insegna a mettersi in discussione, ad essere umili, ad avere rispetto, a viverla con prudenza e conoscenza.
Consiglio la lettura a chi ama il genere ma soprattutto a chi ha voglia di scoprire e conoscere meglio la regione Abruzzo con i suoi parchi e le sue bellezze.
Io ci prenderò sicuramente spunto per le mie prossime escursioni!
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L'ARTE DI ASCOLTARE
I BATTITI DEL CUORE
di Jan-Philipp Sendker
Genere: narrativa, romanzo rosa
Edizioni: Beat bestseller
Anno 2002 - Pag 303


Non mi capita spesso di leggere romanzi in cui si narra di storie d’amore, è un genere che non prediligo, ma quando me ne capita uno tra le mani quasi senza che io lo abbia scelto ne rimango il più delle volte rapita e affascinata. È come se fosse stato lui, il romanzo, a scegliere me e a fare in modo che attraverso le sue parole in realtà leggessi me e il mio animo. Certo anche il titolo “L’arte di ascoltare i battiti del cuore” che riesce in poche e semplici parole a raccogliere una tale profondità e sensibilità, ha contribuito a scatenare il mio desiderio di accomodarmi tra le pagine.
La storia che ci racconta l’autore Jan-Philipp Sendker ci conduce a Kalaw, una vecchia cittadina sperduta sulle colline della Birmania. Un luogo magico immerso nella natura, lontano dalla folla, dal caos, dalla frenesia delle città metropolitane dove respirare la bellezza e la vera essenza della vita. A Kalaw è andata Julia Win dopo aver letto una indimenticabile lettera d’amore, trovata da sua madre mentre riordinava la soffitta, che l’ha turbata profondamente. È una lettera scritta da suo padre Tin, arrivato negli Stati Uniti dalla Birmania con un visto concesso per motivi di studio nel 1942, diventato cittadino americano e poi avvocato newyorchese di grido e, infine, improvvisamente e misteriosamente scomparso. Il desiderio di scoprire i segreti del padre, e magari persino di ritrovarlo, diventa così irresistibile per Julia che decide di raggiungere prima possibile Kalaw. È in questo luogo incantato in cui inizialmente si sente come disadattata che viene a conoscenza di una storia meravigliosa ricca di mistero, fede, saggezza buddhista e amore sconfinato che vede protagonisti suo padre e la sua amata Mi Mi.
Una storia che non parla solo dell’amore tra un uomo e una donna ma dell’Amore in generale, quello vero, con la A maiuscola. È esattamente questo ciò che più mi ha affascinato di questo libro. L’autore ci insegna attraverso un racconto l’essenza della vita, la riscoperta delle piccole cose, dei sentimenti veri, della capacità di vivere la vita e le persone attraverso ciò che ci suscitano nel cuore piuttosto che nella mente. L’autore ci parla di quel legame tra due persone che va oltre spazi e confini, di quell’amore che nonostante le distanze e la separazione non voluta fa sentire vicini, di quell’amore vissuto come un dono prezioso. Un amore sentito nelle viscere, un amore che riempie di orgoglio pur non potendo più assaporarlo attraverso il contatto fisico, un amore presente tra i battiti del proprio cuore e che lo fa gioire perché grati alla vita di averlo incontrato. Una storia in cui la vera ricchezza è la sensibilità d’animo di due esseri in grado di ascoltare ciò che i sensi scandiscono, in grado di vedere al di là dei propri occhi, in cui l’uno e l’altro si completano trasformando ciò che in ciascuno di loro manca in punti di forza. Una forza, l’Amore, contro cui né il tempo né la distanza possono nulla, che unisce gli uomini, più forte della paura e della sfiducia, che dà la vista ai ciechi e che non obbedisce alle leggi del degrado, che fa crescere e non conosce confini se non quelli della gratitudine in cui sentirsi pieni e completi.

Mi sono chiesta mille volte, leggendo questo libro, “esiste un amore così infinito?”.

“Ci sono cose che le persone che vanno per il mondo su due piedi non possono capire. Credono che si possa vedere soltanto con gli occhi. E credono che le distanze si possano superare solo con i passi”.
Il segreto probabilmente è nel vivere ogni giorno dando ascolto ai battiti del proprio cuore e se la vita ci permetterà di incontrare una persona che ne è in grado allo stesso modo… quell’Amore ci completerà. 

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IL RISTORANTE  DELL'AMORE
RITROVATO
di Ito Ogawa

Genere: narrativa contemporanea
Edizione originale: Neri Pozza
Anno 2014 - pag. 191
 
Se l’animo di ogni giapponese è come quello dell’autrice Ito Ogawa, voglio trasferirmi in oriente prima possibile. La lettura del suo romanzo d’esordio Il Ristorante dell’Amore Ritrovato mi ha emozionata dalla prima all’ultima pagina lasciandomi senza fiato più e più volte. Questa donna ha una dote incredibile nel saper cogliere piccoli dettagli e lasciarli vivere al lettore attraverso le sue parole. Ho trattenuto le lacrime in molti momenti della storia, lasciandole poi scorrere quando proprio non ce la facevo più, ho sottolineato parti che voglio ricordare e tenere con me, ho sorriso, ho provato stupore per la bravura e la delicatezza con cui l’autrice descrive anche semplici momenti di vita quotidiana che alla maggior parte di noi passerebbero inosservati.
La sua sensibilità d’animo è palpabile ed evidente sin dall’inizio della storia.

Come descritto nella quarta di copertina… “ritornata al villaggio natio dopo una cocente delusione d’amore patita a Tokyo, la giovane Ringo ha un’idea singolare per tornare pienamente alla vita: aprire un ristorante per non più di una coppia al giorno, con un menù ad hoc, ritagliato sulla fisionomia e i possibili desideri dei clienti. Con l’aiuto del valente Kuma-san, il cui cuore è stato infranto dalla bella Shinorita, un’argentina scappata in città, Ringo sistema un granaio. Pareti tinteggiate d’arancio, posate di epoca vittoriana e di epoca Taish e, nel giro di qualche mese, il Lumachino, così la ragazza battezza il ristorante, apre i battenti. La prima cliente è la Concubina, la triste amante di un influente politico locale passato a miglior vita diversi anni prima: dopo aver mangiato al Lumachino, la donna diventa di colpo allegra e piena di vita. Gente che si innamora, che si perdona, che ritrova la gioia di vivere: la notizia del potere magico del Lumachino sui clienti si diffonde in tutto il circondario, e il successo è così garantito, poiché tutti vogliono sedersi alla tavola del ristorante dell’amore ritrovato.”

Un brevissimo riassunto questo che rende troppo poco rispetto alla bellezza dell’intero libro. Una storia intensa e toccante che inevitabilmente entra dentro al cuore del lettore e che ha lasciato un segno indelebile anche nel mio.
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ESISTENZE PROIBITE
di Paolo Bertulessi
Genere: narrativa contemporanea/thriller psicologico
Edizioni: Le Mezzelane Casa Editrice
Anno 2018 - pag. 284

Il libro che voglio recensire oggi mi viene da definirlo... psichedelico.
Un thriller psicologico la cui intera lettura sembra frutto di allucinazioni e percezioni alterate o esagerate della realtà. I due protagonisti Adam e Traxebru sono giovani, belli e divoratori della vita, bisognosi di viverla all'estremo delle proprie emozioni e pulsioni, sempre alla ricerca di ciò che può scuotere le loro torbide esistenze. Determinati, acculturati, conoscitori e intenditori di tante cose nonostante la giovanissima età, padroni, o meglio apparentemente padroni, delle loro azioni e dei loro progetti. Vivranno in simbiosi anni di egocentrismo in cui il Dio denaro è l'unica ragione di vita. Pur essendo socievoli con quasi tutti si considerano dei sociopatici, sempre in guerra con la dilagante ignoranza della plebe che incontrano anche nei luoghi più ameni. Entrambi con alle spalle vissuti pesanti, uno risponde alla vita con rabbia, prepotenza, arroganza, incapacità di amare e provare sensi di colpa, perversione, e man mano si lascerà divorare dai suoi istinti più malvagi e diabolici; l'altro più responsabile, dolce, empatico, attento a non cadere nei vizi e in grado di donare amore. Sembrano quasi due personalità antitetiche di un unico protagonista, anziché due. Il male e il bene, l'oscurità e la luce. Il secondo mi ha suscitato sensazioni positive e mi ha anche commosso in un momento particolare della trama, il primo si fa abbastanza odiare perché nella sua strafottenza sembra essere la vera e propria incarnazione del male. A farli incontrare Aneta, la sorella autistica di Traxebru, una presenza angelica dotata di capacità sensitive che condurrà i ragazzi a vivere esperienze paranormali sul filo costante della paura e dell'adrenalina.
Un romanzo molto ricco sia dal punto di vista delle descrizioni nelle quali l'autore sembra si diverta ad usare parole piuttosto ricercate, che dal punto di vista del numero delle vicende che si intrecciano tra loro in un susseguirsi costante che spingono il lettore a continuare nella lettura. L'autore, sicuramente dotato di fervida immaginazione, è stato in grado di dar vita ad una particolarissima storia che mi sento di consigliare soprattutto agli amanti del genere.

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IL PESO DELLA
FARFALLA di
Erri De Luca

Genere: narrativa
Edizioni: Feltrinelli
Anno 2009 - pag. 70

Ho sempre sentito parlare di Erri De Luca, mi capita di leggere spesso sue citazioni pubblicate sui vari social e non avevo mai approfondito la sua conoscenza se non fino all’acquisto di “Il peso della farfalla”, uno dei tanti libri che ha scritto. Da appassionata di montagna quale sono, ciò che mi ha da tempo incuriosito di lui è appunto il parlare di essa con l’eleganza, l’umiltà e la conoscenza di chi realmente l’ha vissuta e probabilmente la vive ancora. Per “vissuta” intendo dire che lui non ci ha solo camminato sopra percorrendone sentieri e scalandone pareti, intendo dire che ne ha respirato i paesaggi, ne ha osservato gli animali di cui ce ne parla con grande rispetto e maestria, ne ha percepito con i sensi ogni dettaglio mettendoli sempre in relazione alla specie dell’uomo in un parallelismo sottile che accompagna tutto il libro. Erri De Luca è conosciuto nel mondo dell’alpinismo e dell'arrampicata, è poeta, giornalista, traduttore italiano ed è considerato dal Corriere della Sera lo scrittore del decennio. Ho letto alcune recensioni su questo libro alcune delle quali esprimono la difficoltà ad averne capito il senso, a mio avviso infatti Erri De Luca non è per tutti. Il suo stile letterario è del tutto particolare, capace di entrare nel cuore e nella mente delle persone capaci di leggere ed ascoltare con i sensi ciò che l’autore esprime tra le righe, esattamente come fa lui con ciò che lo circonda. Molte delle sue descrizioni infatti conducono su riflessioni molto ampie che vanno al di là del “semplice” racconto di cui ci vuole parlare.

“Il re dei camosci è un animale ormai stanco. Solitario e orgoglioso, da anni ha imposto al branco la sua supremazia. Forse è giunto il tempo che le sue corna si arrendano a quelle di un figlio più deciso. È novembre, tempo di duelli. Dalla valle sale l’odore dell’uomo, dell’assassino di sua madre. Anche quell’uomo era in là con gli anni e gran parte della sua vita era passata a cacciare di frodo le bestie di montagna. E anche lui porta il nome di “re dei camosci” per quanti ne ha uccisi. Una farfalla bianca sta sul corno del vero re dei camosci, un fucile sta a tracolla del vecchio cacciatore di montagna. Li attende lo scontro, il duello di due esistenze opposte, l’antico conflitto tra uomo e animale, tra due solitudini diverse".
Disponibile in tutte le librerie e negozi online sia cartaceo che formato ebook. 
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STORIE COMPLICATE DI DONNE NORMALI di Franco Feliciani
Genere: raccolta di racconti/narrativa
Edizioni: Le Mezzelane Casa Editrice
Anno 2018 - pag. 83


La recensione che vi propongo oggi è su un libro che si fa scegliere già solo a guardarlo poggiato sulla mensola della libreria o in bella mostra nei negozi online. Mi hanno infatti conquistata prima di tutto il titolo e la copertina. Merito del titolo è stato l’aver suscitato in me una forte sensazione di collegamento al vivere quotidiano e l’avermi dunque annunciato con chiarezza ciò che poi concretamente ho ritrovato nella lettura delle storie descritte. Nessun racconto particolarmente romanzato o con “effetti speciali” allo scopo di creare trepidazione nel lettore ma quella semplice eppur complicata vita di donne normali e comuni a molte di noi in cui potersi rispecchiare pienamente, ed è proprio questo ciò che ho più apprezzato. La copertina mi ha anch’essa affascinata al punto da voler elogiare, quasi con dovere e con queste parole, la bravura della graphic designer della casa editrice. Con competenza, gusto e classe infatti ha progettato l'immagine che meglio poteva vestire e rappresentare questo libro. Un abito leggero, delicato ed elegante quanto lo stile narrativo dell'autore, Franco Feliciani, che con un linguaggio semplice e trasparente accompagna per mano il lettore attraverso i suoi otto racconti.
In queste storie l'autore ci parla di donne ma anche di uomini. Ci parla, con rara sensibilità, di difficoltà, di sofferenza, di violenza, di pregiudizio, di tradimento, di momenti della vita decisamente pesanti e dolorosi che lasciano sì delle ferite ma nello stesso tempo lasciano anche porte delicatamente aperte all'emozione di nuove esperienze. Ci parla dunque di donne che si concedono il permesso di vivere, nonostante tutto, seconde opportunità. Di vivere gradualmente il desiderio del cambiamento e della rinascita che si propone all'animo loro in modo quasi del tutto naturale e spontaneo come a voler sottolineare che le esistenze di ognuno di noi sono fatte sì di sofferenze e fragilità ma anche di nuova luce e nuovo amore in un divenire continuo che è la vita stessa.
Lettura consigliata non solo alle donne.

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MODERNITA' LIQUIDA di Zygmunt Bauman

Genere: sociologia/attualità
Edizioni: Laterza
Traduzione: S. Minucci
Anno 2002 - Pag. 272


Tra le mie ultime letture ha trovato posto "Modernità Liquida" di Zygmunt Bauman. Un invito, in realtà, che è stato rivolto a me e a parte dei presenti in sala, da Alessandro Quasimodo, figlio del grande poeta che noi tutti conosciamo, in un momento di scambio al termine di un seminario di scrittura poetica a cui partecipai tempo fa e dove lui era presente tra il pubblico. Da persona curiosa, non ho potuto fare a meno di seguire il suo suggerimento nonostante non sia un testo di facile lettura. E, benché le mie recensioni siano dedicate maggiormente a libri di scrittori esordienti, riportarvi a grandi linee anche l'articolata interpretazione che lo studioso Bauman vuole darci sulla società moderna e sul caos che ci circonda mi sembra un atto dovuto e necessario. Ovviamente senza nessuna pretesa di essere esaudiente vista la complessità di testo e argomento.
Zygmunt Bauman è stato un sociologo, filosofo e accademico polacco di origini ebraiche vissuto fino a gennaio 2017, dunque in tempi non lontani da noi. Il suo nome è legato alla metafora della liquidità, concetto che ha coniato per descrivere la nostra società moderna e che esplora analizzando cinque argomenti: emancipazione, individualità, tempo/spazio, lavoro e comunità.
Per "modernità liquida" Bauman intende una forma di individualismo estremo, fondamentalista. Un tipo di modernità privatizzata, in cui l’onere di costruire un progetto di vita e la responsabilità di un eventuale fallimento ricadono soltanto sull’individuo. In un mondo liquido le persone, leggere e non strutturate, si emancipano dalla società, rendendosi libere da qualsiasi tipo di catena che impedisca i movimenti, perdendo tuttavia ogni riferimento alla comunità e al suo senso di appartenenza.
Bauman sostiene che l'incertezza che attanaglia la società moderna deriva dalla trasformazione dei suoi protagonisti da produttori a consumatori. In particolare, egli lega tra loro concetti quali il dilagante consumismo, che più porta a svuotare i negozi e più svuota la terra; la globalizzazione con i suoi problemi legati ai fenomeni migratori, alla multietnicità e diversità e anche ai governi sempre più incapaci di far quadrare i conti con le risorse che controllano; lo smantellamento delle sicurezze e una vita liquida sempre più frenetica e costretta ad adeguarsi alle attitudini del gruppo, per non sentirsi esclusa. Gruppo inteso come massa e non come congregazione.

Individuo che non ha più punti di riferimento, che diventa spettatore passivo del personaggio politico, e del sistema politico in generale, che non offre più azioni concrete ma solo spettacolo sotto i riflettori. Società che vive il cambiamento anche nel lavoro e che vede le persone arrabattarsi e affannarsi alla ricerca di un'occasione precaria da cogliere al volo più che a raccogliere il prodotto di un processo pianificato e programmato. Il posto di lavoro viene vissuto come un camping nel quale si pianta la tenda per qualche giorno ma si potrebbe abbandonare in qualsiasi momento. Tale precarietà e facilità nell'essere sostituiti porta a percepire il mondo come un contenitore pieno di oggetti monouso, un luogo in cui vivere in termini di gratificazione immediata perché il suo futuro è nebuloso. "Ora" diventa la parola chiave nella strategia di vita in un mondo imprevedibile in cui la procastinazione del soddisfacimento ha perso il suo fascino.
In parole povere in condizioni di "liquidità" tutto è possibile, malleabile, modificabile, intercambiabile, senza essere legato al tempo né allo spazio o da essi ostacolato, ma nulla può essere fatto con certezza.

L'incertezza, dunque, la sfiducia, l'insoddisfazione, il senso di impotenza, la vulnerabilità diventano inevitabile conseguenza di questa società nella quale all'apparente libertà senza precedenti fanno da contraltare una gioia ambigua e un desiderio impossibile da saziare.

È stata ed è, per chi vorrà approfondire la lezione di vita che Bauman ci lascia, una lettura impegnativa e complessa tuttavia utile, arricchente e direi necessaria.
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LINGERIE di Demetra Kanakis
Genere: narrativa erotica
Edizioni: Le Mezzelane Casa Editrice (Collana Live&Love)
Anno 2018 - Pag. 124


Un romanzo deliziosamente eccitante e romantico. L'autrice, Demetra Kanakis, scrive da tempo sotto altra identità. È fermamente convinta che la vita abbia molta più fantasia delle storie che si raccontano e che il limite tra realtà e finzione sia incerto e spesso superfluo.
In effetti, leggendo “Lingerie” ho spesso pensato che le piccanti vicende vissute dai protagonisti, potrebbero essere tranquillamente tratte dalla vita reale. Ormai l'uso dei nostri amati smartphone ci permette di scattare foto o registrare video in qualsiasi posto, in qualsiasi modo e condividere le immagini in tempo reale con chi vogliamo. Ed è proprio su questo particolare che si basa il gioco erotico tra Manuel, che ordina alla sua donna di provare biancheria sexy nei camerini dei negozi e di fotografarsi, e Laura che si lascia coinvolgere e invia, eccitata, gli scatti al suo lui.
Una storia, la loro, non esattamente chiara e intesa in modo univoco da entrambe le parti. Vissuta tra amore e inaspettate scoperte sessuali per una Laura sincera e forse ingenua nei sentimenti e un Manuel invece più incline al solo piacere e al divertimento, come rivelano alcuni anomali episodi che lei da innamorata sottovaluta. Relazione in cui Laura pian piano comincia a sentirsi come mascherata di un ruolo che non le appartiene e in cui non si sente pienamente se stessa. Quando scopre Manuel con un'altra donna, Laura si sente tradita, ne soffre per diverso tempo, ma si rende anche conto che non era quello il tipo di legame che avrebbe voluto nella sua vita. Ed è grazie ad un'incresciosa vicenda accaduta proprio nel negozio dove di nascosto assecondava le voglie di Manuel, che Laura conosce un altro uomo con cui, tra equivoci e regali, inizierà una seconda storia. Se sarà di solo sesso o di vero amore lo lascerò scoprire al lettore.

Un delizioso romanzo, dunque, da leggere in pochi giorni se non in un pomeriggio. In cui scoprire ed assaporare non solo l’erotismo, ma anche argomenti quali la sofferenza, l’amore, la conoscenza di se stessi e l’amicizia, descritti dall’autrice in modo abile, delicato, sensuale, mai volgare e coinvolgente dalla prima all’ultima pagina.

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LE NUOVE CONFESSIONI DI EVA di Rita Angelelli

Genere: romanzo erotico
Edizioni: Le Mezzelane Casa Editrice

Leggendo questo libro ho pensato più volte che non sarei mai riuscita a trovare le parole giuste per recensirlo. Non avevo nemmeno intenzione di provarci fino agli ultimi capitoli. Poi ho cambiato idea per via della profonda riflessione che questa storia è stata in grado di scaturire in me. Una storia che racconta un mondo "parallelo", sessuale, perverso, esagerato, malato, che possiamo ritrovare nella realtà di oggi soprattutto tra personaggi di un certo potere. Un mondo loro, lontano dal nostro, o forse nemmeno tanto, di cui ci interessiamo solo nel momento in cui i tg ci parlano di qualche scandalo che vede coinvolti politici o ricchi imprenditori. Per tutto il resto del tempo non se ne sa niente ma c'è, continua ad esserci. Un mondo fatto di donne disposte a tutto pur di fare carriera e di conseguenza soldi. Un mondo di uomini altrettanto malati di egoismo e di sesso.
"Le nuove confessioni di Eva" è un romanzo erotico di quelli forti. Rita Angelelli, l'autrice, usa un linguaggio diretto, schietto, deciso, senza peli sulla lingua e mai volgare. Nel suo libro è indiscutibilmente il sesso il vero protagonista, presente quasi in ogni pagina e che si racconta attraverso Eva. Ogni capitolo è intriso di voglie, odori, pulsioni, tentazioni a cui lei non sa dire di no. Come scriveva Oscar Wilde "L'unico modo per liberarsi da una tentazione è concedersi ad essa". E ad Eva piace concedersi sempre. Eva è una donna bella, sensuale e consapevole delle sue capacità di seduttrice. Vive una relazione statica con un uomo da cui non si sente appagata, che non le dimostra amore, che la tratta come oggetto dei suoi piaceri e di cui è stanca. Quando lui si assenta per lavoro, lei comincia a trascurare gli studi e ad impiegare il tempo su Internet facendo ricerche di siti che parlano di sesso in tutte le sue forme. E non lo fa per noia ma per semplice bisogno di assecondare le sue fantasie e conoscersi più in profondità. Decide di aprire un blog dove esprime la sua parte più erotica e perversa. Eva si rende sempre più conto che quel mondo le piace ed è il suo. Comincia ad incontrare gli uomini che la contattano attraverso il blog, si presta alle loro pulsioni, si fa usare e lo sa. Si fa trattare come una poco di buono e probabilmente lo è dal momento che lei stessa ammette di sentirsi sempre eccitata dalle attenzioni di persone sconosciute. A volte si odia ma va avanti per la sua strada senza guardare in faccia a nessuno. Approfittando del suo fascino e del fatto che uomini facoltosi sono disposti persino a pagare profumatamente per averla, decide di rendere questo suo interesse una vera e propria attività che nel giro di poco tempo le permette di accumulare una piccola fortuna. Quando il suo compagno scopre tutto, il giorno della sua laurea, la picchia brutalmente e la vita di Eva cambia. Lei diventa ancora più sicura di sé e di quello che vuole. Lo minaccia di rovinare la sua carriera da avvocato essendo a conoscenza dei giri loschi in cui si era infilato. Gli ruba soldi e documenti compromettenti e scappa via. Trova un lavoro mettendo ancora una volta a disposizione il suo corpo e le sue voglie, si crea inoltre una vita parallela segreta. Apre e gestisce un dungeon (luogo appositamente attrezzato per effettuare giochi sessuali legati anche al BDSM) dove riveste il ruolo di Prodomme. Diventa una donna ricercata da gente di un certo calibro che ama farsi torturare e sottomettere da lei. Il suo ex compagno però continua a cercarla ed è pericoloso. Eva è costretta a cambiare città, a trovare un nuovo lavoro e a ricreare ancora una volta la sua attività segreta. Non ho avuto l'impressione di scorgere in Eva una donna triste, come potrebbero osservare altri lettori, né sola o in cerca di amore vero. Ho trovato invece in Eva una donna consapevole sia del suo potere seduttivo che della sua passione per il sesso al punto da usarli come punti di forza per raggiungere successo economico e lavorativo. E ci riesce mettendo in campo anche intelligenza e capacità professionali non indifferenti. Mi sono detta molte volte capitolo dopo capitolo... Eva rappresenta semplicemente la parte perversa e cinica di tutte quelle donne che molte di noi con disgusto critichiamo e disprezziamo. Eva rappresenta quella parte di donne disposte a tutto pur di raggiungere i propri obiettivi, che approfitta della perversione maschile, ovunque presente, usandola a suo beneficio. Eva è una donna dalla personalità molto determinata e consapevolmente sporca. Ha vissuto esperienze forti nella sua infanzia che l'hanno portata a comportarsi in quel modo, ha sicuramente sofferto ma ha anche trovato in un certo senso il modo di vendicarsi su quanto subìto sottomettendo uomini di cui lei stessa ha una bassa opinione.
Eva è la donna che sa quello che vuole e, a modo suo, lo ottiene.
Romanzo molto forte, coinvolgente, scritto con grande coraggio e che si fa divorare pagina dopo pagina. Consigliato a chi non si scandalizza facilmente.


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A.D.1324
ALICE KYTELER LA STREGA DI KILKENNY di Lorena Marcelli

Genere: romanzo storico
Edizioni: Le Mezzelane Casa Editrice
Anno 2017 - Pag. 300


Ho scelto di leggere questo romanzo perché ero rimasta affascinata dal precedente "L'enigma del Battista" della stessa autrice. Dunque conoscendo le capacità narrative di Lorena Marcelli ero sicura di non restarne delusa. Così è stato. Si tratta infatti di un bellissimo romanzo storico, non facile da recensire proprio per la dedizione e la maestria con cui è stato realizzato. In esso l’autrice ci racconta le vicissitudini di una nobildonna bella, sapiente, sicura di sé e caparbia, realmente vissuta tra gli ultimi anni del XIII° secolo e l’inizio del XIV°. Alice Kyteler, questo il suo nome, possedeva tutte quelle qualità che al giorno d'oggi fanno di una donna un simbolo di successo e realizzazione, ma che a quei tempi erano non solo causa di invidie e maldicenze ma anche di accuse pesanti. Una donna non poteva sapere e conoscere tante cose né tanto meno imporsi agli altri, soprattutto agli uomini, come solo lei era in grado di fare con determinazione e orgoglio. Dedita all'Antica Religione, edificava la sua fede sul culto di antiche divinità e non di un unico Dio. Alice Kyteler e tutti coloro che erano del suo stesso credo non andavano in chiesa, ma praticavano rituali di luce, magia, amore e continua conoscenza fondati sulla simbiosi con la natura, con i ritmi delle stagioni e sul culto della Dea e del Dio come divinità alla pari e dalla cui unione si generava “il tutto”. Religione dunque vista dal cristianesimo come un male da estirpare e per la quale in tanti furono bruciati sul rogo. Alice, inoltre, era esperta di erbe e infusi che utilizzava regolarmente allo scopo di curare le malattie che affliggevano gli abitanti di Kilkenny. Fu per questi motivi considerata eretica e strega, fu accusata di aver avvelenato tre dei suoi quattro mariti e perseguitata. Fu proprio la serva dell’ultimo ricco consorte che, nel momento in cui l’uomo cominciò a perdere peli e unghie, lo convinse a denunciarla al vescovo de Ledrede, il quale già dal suo arrivo in Irlanda stava raccogliendo prove contro Alice. Soprattutto stava cercando di entrare in possesso di un importante segreto, una reliquia, che la donna conservava in qualche luogo.

Una storia coinvolgente che consiglio di leggere a tutti gli appassionati del genere ma anche ai meno attratti. Basta non lasciarsi scoraggiare dalle minuziose descrizioni di quel periodo così lontano da noi, cui l’autrice si dedica in particolar modo nella prima parte del libro. È importante considerare che Lorena Marcelli è stata in grado di riportare fatti realmente accaduti e di incastrare tra loro accadimenti, vicende, luoghi, personaggi e intrighi in modo davvero abile e infallibile. Ogni parte del libro è funzionale alla comprensione dell’intera trama dentro la quale man mano che ci si immerge, più non ci si distacca.
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DIARI DI DONNE
IN PANCHINA di
Fiorella Carcereri

Genere: narrativa/raccolta di racconti
Edizioni: Arpeggio Libero
Anno 2017 - Pag. 96

Di questa raccolta di racconti mi hanno colpito prima di tutto titolo e copertina. Molto delicati e significativi, capaci di spingere l'eventuale lettore a chiedersi di cosa vuole parlare l'autrice e a scoprire cosa svelerà sulle donne. E non è cosa da poco affinché un libro venga scelto e acquistato.
Nel momento in cui si comincia a leggere sembra quasi di ritrovarsi con un'amica sedute al tavolo di un bar mentre ci racconta le sue disavventure. La forma diaristica scelta da Fiorella Carcereri infatti permette a chi legge di respirare sin dalle prime pagine un clima confidenziale, diretto, di sfogo, amichevole appunto. Cinque sono i racconti narrati, molto attuali e reali, in cui le coppie di protagonisti cambiano ogni volta. Donne e uomini con nomi diversi, tuttavia con caratteristiche così comuni da far sembrare in realtà, soprattutto per quanto riguarda le figure femminili, protagonista sempre e soltanto un’unica donna che vive le sue esperienze mettendo in campo più aspetti del suo carattere. Le donne che scrivono in questo diario sono grandi, mature ed hanno a che fare con uomini altrettanto cresciuti, almeno nell'età perché in quanto a capacità relazionali con l’altro sesso sono piuttosto imbranati, insolenti e approfittatori. Viene tristemente fuori la netta differenza tra l’universo femminile e quello maschile. La donna che cerca affetto, considerazione e amore da una parte e l’uomo preso dagli aspetti pratici della vita e non disposto ad amare veramente, dall’altra. L’autrice ci racconta di donne che non riescono a stare sole, che hanno assoluto bisogno dell’appoggio sentimentale di un uomo, tuttavia lo cercano a mio avviso in modo sbagliato dedicando attenzione e lasciandosi “sedurre” quasi dal primo uomo che incontrano nelle loro uscite o negli impegni di vita quotidiana, senza concedersi la possibilità di scegliere. È come se volessero cercare a tutti i costi il bello e il buono in coloro che sin dall’inizio dimostrano di non rientrare esattamente nelle loro aspettative. In ogni storia infatti le donne confidano al diario già dai primi incontri aspetti negativi, bizzarri e fastidiosi delle loro nuove conoscenze. Ad esempio nella penultima storia Stefano dichiara subito e apertamente a Claudia di essere un uomo sposato e donnaiolo. Claudia non si sente rispettata da lui perché la umilia e la tratta malissimo. Lei addirittura lo rifiuta sessualmente ma nello stesso tempo se ne innamora. Ho avvertito quasi rabbia per queste cinque donne che pur di cercare amore sono disposte a mettere in secondo piano i loro veri pensieri e desideri che vengono fuori in maniera del tutto sincera proprio nei dialoghi con il diario. Dialoghi carichi di rabbia verso l’incoerenza e la falsità di quegli uomini e intrisi di piacevole sarcasmo per le situazioni ai limiti del paradosso che si ritrovano a vivere. Insomma, a mio avviso, è come se nella loro insicurezza e dando poco ascolto al proprio intuito femminile, su quella panchina in qualche modo ci si siano messe da sole. È un libro che stimola la riflessione e l’interpretazione. Consiglio vivamente sia ai lettori che alle lettrici di scoprire questi cinque racconti e di farlo cercando di immedesimarsi nei personaggi per poterne dare la propria personale chiave di lettura esattamente come ho provato a farlo io.
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SPOSAMI PER UN ANNO E UN GIORNO
di Lorena Marcelli

Genere: Romanzo rosa
Edizioni: Le Mezzelane Casa Editrice
(Collana Live&Love)

"Sposami per un anno e un giorno" è un romanzo rosa in cui non si respirano cuori felici e sviolinate dolcificanti sin dalle prime righe. È la storia di una donna che prima di tutto soffre e pian piano si ritrova, raccontata con delicatezza e in cui l'autrice ci introduce gradualmente. La stessa gradualità che ritroviamo nella protagonista Mila, alla quale occorre tempo per abbandonare le difese e le paure che le delusioni amorose le hanno procurato. L'inizio infatti è tutt'altro che romantico. Mila perde in un solo giorno sia il lavoro che l'uomo che pensava l'amasse. Due situazioni pesanti da superare, soprattutto se a decretare la fine del suo legame è la sua migliore amica con cui il compagno la tradiva da mesi. Si ritrova sola, ingannata, schifata dal comportamento dell'amica più che da quello del suo uomo e in cerca di un nuovo lavoro. Contemporaneamente in Irlanda l'anziana zia Milly vorrebbe che Mila tornasse da lei, a Kinsale. Quel luogo dove quindici anni prima aveva trascorso le sue vacanze e dove aveva vissuto la prima e più importante storia d'amore della sua vita. Quel luogo dove lo stesso ragazzo che le rubò il cuore, la lasciò per partire dall'isola in cerca di successo e ambizione gettandola inconsapevolmente nell'oscurità di una profonda depressione. Non sarebbe forse nemmeno tornata in quella terra se non fosse stato per la sua carissima amica Deidre dal carattere determinato che l'ha quasi obbligata a raggiungerla affidandole il compito di organizzare il suo imminente matrimonio. Mila, non avendo motivi concreti per rifiutare, si ritrova a dover partire e a dover rivivere emozioni che pensava non le appartenessero più dal momento che nessuno l'aveva avvisata che anche quel ragazzo divenuto ormai uomo era tornato in Irlanda. Ormai separato dalla donna con cui nel frattempo si era sposato, aveva acquistato una vecchia locanda e aveva deciso di continuare la sua esistenza in quella piccola cittadina irlandese in cui si sentiva a casa. Se lo ritrova addirittura davanti in aeroporto al suo arrivo. Mila è combattuta, nonostante gli anni passati l'attrazione per Konnyr è rimasta immutata. Nello stesso tempo ha paura di soffrire di nuovo e fa fatica ad abbandonarsi all'irruente consapevolezza reciproca del loro profondo e travolgente legame. Da quel momento in poi l'autrice ci accompagna per mano nella riscoperta dei loro sentimenti che viaggiano in parallelo ad una storia d'amore antica che la zia Milly svelerà in un suo racconto. Entrambi impegnati nell'organizzazione del matrimonio della coppia di amici, si frequentano ogni giorno e visitano luoghi che Lorena Marcelli ci descrive con trasporto e maestria. Durante la lettura ci si sente quasi trasportati in quei posti incantati grazie all'abilità dell'autrice che riesce, attraverso le parole, non solo ad illustrarceli come se guardassimo una loro fotografia ma anche a farceli percepire sulla pelle attraverso i suoni, i rumori di sottofondo e gli odori che li caratterizzano. Il tutto insieme alle emozioni dei due protagonisti che vi si trovano. E lo fa bene al punto da far venir voglia di preparare una valigia e partire. Suggestiva anche la descrizione del rito celtico dell'handfasting, realmente esistente, con cui vengono celebrate le nozze e che fa da vera cornice ai momenti più dolci del romanzo.
Finale inaspettato ed emozionante.
Romanzo vivamente consigliato a chi ha voglia di farsi trasportare da una storia non favolistica e impossibile ma romantica e vera al punto giusto.

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IL TOCCO DELL'ANIMA
- 365 GIORNI DI LUCE
di Emanuele Ascone

Genere: raccolta di aforismi
Edizioni: Le Mezzelane Casa Editrice
Il libro di Emanuele Ascone è un contenitore di carezze da concedersi al bisogno. 365 delicati aforismi che non possono essere divorati in un solo giorno ma che devono, a mio avviso, essere assaporati un po' alla volta. Un libro che si fa piacevolmente sfogliare al mattino mentre si beve un caffè o la sera a letto prima di dormire. Ideale nei momenti di pausa, in cui è a noi stessi che vogliamo pensare.
"Il tocco dell'anima" è un libro che non va soltanto letto ma soprattutto "ascoltato". È questo l'unico modo per coglierne il senso. Il titolo stesso evoca la delicatezza con cui l'autore probabilmente vuole avvicinarsi alle persone attraverso le sue riflessioni in grado di toccare appunto l'anima di chi ama questo genere di lettura. Come lui stesso afferma, le sue parole vogliono prendere per mano il lettore e accompagnarlo nel suo viaggio quotidiano. Un viaggio fatto di piccole lotte, gioie, passioni, ma anche delusioni. Ogni aforisma conduce in effetti a riflettere, a porsi delle domande, e così facendo a prendersi cura delle proprie emozioni e sensazioni che ne scaturiscono. Mi è piaciuta molto l'idea di inserire gli aforismi in fondo alla pagina e di lasciare lo spazio bianco sopra di loro. Ho avuto modo di annotare a matita parole, osservazioni ed interpretazioni personali. Una lettura dunque che parla di emozioni, di amore, di riscoperta della meraviglia delle piccole cose.
"Ci sono mani capaci di accarezzare i pensieri che teniamo gelosamente nascosti tra le pieghe della nostra anima, sciogliendo i nodi emozionali che non permettono di spiccare il volo alla mente in balia delle paure". Attraverso la lettura possiamo sicuramente eliminare le paure e permettere alla mente di liberarsi e di spiccare il volo.
Un libro da condividere con chi amiamo, con gli amici, con chiunque abbia la sensibilità di avvicinarsi con il cuore a ciò che l'autore vuole donarci.

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L'ENIGMA DEL BATTISTA
di Lorena Marcelli
Genere: Thriller storico
Edizioni: Marcelli - ElleEmme

Principalmente ambientato tra Irlanda e Scozia, territori di cui l'autrice mostra una perfetta conoscenza. Un thriller moderno che affonda le sue radici in elementi storici che hanno richiesto anni di ricerche approfondite e dettagliate. L'enigma relativo alla morte di Giovanni Battista e della genesi del Cristianesimo fa da filo conduttore all'intera storia.
Ma cosa lega Dame Alice Kyteler, una nobildonna irlandese, vissuta fra il XIII e il XIV secolo a Kilkenny, e Alessia Lamb, giovane donna del XXI Secolo? Quale destino le accomuna? Perché Alice fu accusata di stregoneria e Alessia, dopo settecento anni, si ritrova a percorrere gli stessi passi di quella che veniva chiamata "la strega di Kilkenny"?
A voi trovare le risposte all'interno di un libro che risulta essere senza dubbio un'avvincente storia e che merita di essere scoperta e vissuta pagina dopo pagina.
Ogni singolo personaggio e tutto ciò che li circonda sono in grado di suscitare emozione e curiosità, lasciando la sensazione di volerne sapere sempre di più e stimolando persino alla ricerca di notizie storiche più approfondite.
Se un'autrice riesce in questo, merita il suo successo e la lettura del suo libro non può che essere consigliato a chiunque. Ho letto altri thriller storici con risvolti simili ma ciò che colpisce de L'Enigma del Battista è la maestria e l'intelligente pienezza di elementi con cui è stato scritto, che inizialmente devo ammettere di aver sottovalutato.
Tant'è che dopo aver letto i primi sette o otto capitoli ho deciso di ricominciare da capo. Avevo bisogno di maggiore concentrazione per non perdere descrizioni di personaggi e collegamenti tra passato e tempo attuale che segnano l'intera trama.
Deliziosi anche i momenti in cui l'erotismo predomina.
Il linguaggio scorrevole e mai eccessivamente complicato, dettagliato nelle descrizioni, rende il tempo passato in compagnia di questo romanzo, piacevole al punto da immaginare perfettamente il tutto come si stesse guardando il suo film.
Lorena Marcelli, scrittrice abruzzese, con la sua meravigliosa bravura è riuscita a coinvolgermi fino alla fine lasciandomi quella sensazione di "vuoto" tipica di quando non vorremmo ancora smettere di gustare ciò che ci piace.
Quando non avevo più pagine da sfogliare infatti ho esclamato..."e adesso? Voglio il seguito!".
A lei riconosco del vero talento.
Il romanzo va assolutamente letto!
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FLORA LA PAZZA
di Roberta Andres

Genere: narrativa italiana
Edizioni: Amarganta

"Flora la pazza" è in grado di tenerci incollati a lei fino all'ultima parola della sua storia. La descrizione di questa donna, dalla vita molto delicata e disperatamente reale, e la trama dell'intero libro coinvolgono ed incuriosiscono sin dalle prime righe.
Ho avuto l'impressione, scoprendo Flora pagina dopo pagina, di scorgere in lei la "tipica" donna di un qualsiasi paesino di provincia segnata sin dalla nascita da eventi che l'hanno resa "diversa" dal resto delle sue coetanee e per questo etichettata da tutti.
Così Flora diventa la rappresentazione della pazza, semplice e sfigata, che possiamo ritrovare nel chiacchiericcio della gente del nostro paese o della nostra città. Donna problematica, emarginata e accuratamente evitata da tutti, o quasi.
L'autrice con la sua abilità è riuscita a far emergere la grande solitudine in cui Flora sprofonda fino ad annullare se stessa e i suoi bisogni. Flora passa la sua napoletana esistenza a farsi usare, non ha capacità decisionali perché hanno sempre gli altri deciso per lei, persino quando ha accoltellato Nino era stata la Voce che sentiva nella sua testa a provocare la sua azione.
Solitudine generata al tempo stesso dallo spaventoso egoismo del mondo adulto, e più apparentemente maturo, che la circonda. A nessuno preme sapere cosa passi nel cuore e nella mente di Flora, tant'è che la madre arriva persino a chiederle di fingere un peggioramento del suo stato emotivo affinché le protraessero il ricovero in ospedale psichiatrico quando invece la guarigione era evidente.
La scrittrice credo abbia messo in questo libro molto del suo cuore ed un grande trasporto personale. È esattamente grazie a questo che il lettore può riuscire ad avvertire sulla pelle le emozioni che filtrano e si accendono tra i vari capitoli.
È stata in grado, infatti, di farmi sentire la profonda sofferenza di Flora nel non riuscire a darsi spiegazione dell'abbandono subìto da parte del padre; l'umiliazione nel sentire la madre parlare di lei come fosse un essere incapace di intendere e volere; il dolore misto a soddisfazione che Flora provava nel punire se stessa infierendosi tagli in diversi punti del suo corpo.
Ma anche il desiderio, il senso di rinascita, la guarigione, la gioia, la speranza di appropriarsi probabilmente per la prima vera volta, della vita che ogni Flora merita di avere.
I miei più grandi complimenti all'autrice Roberta Andres. La lettura del suo libro oltre ad essere piacevole e coinvolgente, spinge il lettore a riflettere su tematiche sociali molto importanti verso cui ognuno di noi dovrebbe sapersi avvicinare senza giudizio o pregiudizio ma con tatto e delicatezza. 

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LA RAGAZZA DI KOROS 
di Nadia Toffanello

Genere: romanzo rosa
Edizioni: Le Mezzelane
Ho letto "La ragazza di Koros" in tre giorni ma solo perché ho avuto anche altro da fare, altrimenti avrei impiegato un solo pomeriggio. La storia non solo è scritta molto bene ma ha un qualcosa di speciale che riesce a tenerti lì... incollata alle pagine. 
Il vissuto di Azzurra, la protagonista, è così delicato che sin dalle prime righe del romanzo ha acceso in me una costante emozione che mi ha accompagnata per tutta la lettura. L'ho sentita sul cuore e sicuramente all'autrice va il merito di questa carezza che è stata in grado di regalare a me e che sicuramente farà provare anche agli altri lettori. 
L'emozione di cui parlo è la dolcezza. L'ho provata in ogni singola descrizione, in ogni capitolo, in ogni comportamento e in ogni modo di fare di Azzurra, nonostante il tema trattato sia tutt'altro che dolce. 
Azzurra è una trentenne riservata, a cui non piace apparire, che non ama far sapere e scoprire tutto di sé. Una donna che ha trovato la forza di ricomporre i pezzi del suo animo distrutto da cinque anni di assoluta sofferenza. Un matrimonio segnato dalla violenza. 
Violenza fisica e psicologica da parte di un marito che la trattava come fosse un oggetto, che la picchiava, che la umiliava dandole della fallita e dell'incapace, e che aveva dato segno di questo suo squilibrio mentale per la prima volta soltanto pochi mesi dopo le nozze. Un uomo che andava fuori di sé per semplici sciocchezze, che la controllava, che le impediva di vivere serenamente prima pestandola a sangue e poi chiedendole scusa per farsi perdonare. 
Il tema affrontato dunque è molto attuale e importante, se ne parla tanto e tanto ancora bisognerebbe farlo per dare voce e soprattutto coraggio a tutte quelle donne che vivono la violenza e che non ce la fanno a reagire rischiando di morire tra le mani dei loro carnefici. 
Coraggio che Azzurra ha per fortuna trovato, dopo aver perdonato suo marito anche troppe volte mettendo da parte l'amore e il rispetto per se stessa. È arrivata a capire che doveva scappare e lo fa raggiungendo un'amica in una piccola isola della Grecia, Koros. 
Ed è proprio lì che inizia la sua rinascita.
Un riscoprirsi lento, graduale, che lei insegue assecondando il suo bisogno di non svelare cosa le è accaduto in quei cinque anni bui, di non raccontare quei dolorosi dettagli che non voleva dimenticare ma voleva pian piano analizzare, elaborare e capire per poter ritrovare la forza di credere ancora in se stessa e nell'amore. 
Decide di farlo trascrivendo tutto in un libro e mentre la sua nuova vita scorre tra i colori abbacinanti dell'isola, conosce un uomo. Un pittore che riuscirà con pazienza a conquistare la sua fiducia.
Azzurra ha paura e con estrema dolcezza e cautela riaprirà le porte del suo cuore, senza immaginare però che l'uomo violento da cui era scappata, un giorno avrebbe potuto trovarla con l'intento di porre fine alla sua ritrovata felicità. Una pre-conclusione che ho trovato coinvolgente al punto da farmi rabbrividire e una conclusione degna di quella sensazione di dolcezza e tenerezza che mi ha accompagnata dalla prima all'ultima pagina. 
Una storia che pur essendo frutto della bravura creativa della scrittrice può rispecchiare con cruda concretezza la vita reale di molte persone. Un romanzo che chiunque dovrebbe leggere. Una storia che spero sia di esempio per tutte quelle donne vittime silenziose di qualsiasi forma di violenza che vogliono ritornare ad amare se stesse e che hanno bisogno di riconquistare quel difficile coraggio che è necessario per scappare e salvarsi.

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COSTRUISCI LA TUA FELICITA' IN TRE ATTI
di Simona Colaiuda


Genere: manuali
Edizioni: Aloha
Tutti cerchiamo in qualche modo la felicità e questo libro permette di trovare delle risposte, stimolando la riflessione interiore e il lavoro su se stessi. 
Un manuale da tenere in cucina, tra i libri di ricette. Sempre in vista e pronto per essere sfogliato più e più volte, al bisogno. Come quando non ricordiamo gli ingredienti e le dosi esatte per fare una torta ed abbiamo bisogno di andarle a rivedere, allo stesso modo trovo necessario tornare ogni tanto a rileggere i vari passaggi che l'autrice ci spiega per superare crisi
Come dice lei stessa "la parola chiave del libro sarà autoconsapevolezza", scoprire chi siamo veramente e cosa vogliamo. 
L'autrice dichiara, nel prologo, che il suo obiettivo è quello di trasmettere l'autenticità del suo percorso. 
Non solo ci è riuscita benissimo ma lo ha fatto con la semplicità e l'umiltà di chi, nonostante la ricca e profonda formazione, non sente il bisogno di pavoneggiare il proprio curriculum di conoscenze attraverso descrizioni complesse e articolate, di difficile applicazione pratica ai più. 
In tutto il libro si avverte, con molto piacere, la sensibilità di chi vuole semplicemente accompagnare il lettore ad imparare a gestire meglio questo meraviglioso percorso che è la vita, a credere in se stessi e nelle proprie potenzialità. Il lettore può essere chiunque, anche chi non ha nessuna dimestichezza con argomenti di questo genere. E il suo scrivere in modo chiaro, conciso, concreto collegando ogni passaggio ad esempi di vita quotidiana, le ha permesso di realizzare una guida accessibile e comprensibile a tutti. 
Ho letto il libro due volte, consecutivamente. La prima, per il gusto di entrare nelle parole dell'autrice fino alla fine e percorrere il suo percorso. 
La seconda per scoprire il mio personale percorso ed ascoltare me stessa, seguendo passo dopo passo gli esercizi che ci suggerisce e che ho eseguito su un quadernino che voglio conservare insieme al libro. 
La lettura di questo saggio può così trasformarsi in un vero e proprio cammino di scoperta di sé e di ciò che si vuole veramente, attraverso tappe ben scandite.
È vero che il rapporto più intimo che abbiamo è con i nostri pensieri personali. Solo stando con loro riusciremo a capire cosa vogliamo diventare, quali sono le paure che ci bloccano, come riuscire a passare all'azione pianificando strategie concrete volte al raggiungimento dei nostri obiettivi, come essere i protagonisti dei nostri personali cambiamenti per migliorare e crescere sempre con fiducia e passione. 
Un libro utile, da vivere e che aiuta a vivere!

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 EVA NON E' SOLA
Autori vari

Genere: antologia

Questo libro mi ha preso lo stomaco. Mi ha toccato il cuore.
Sentiamo parlare di violenza sulle donne e sui bambini ogni giorno e in ogni dove ma quando le notizie le ascoltiamo mentre scorrono su un monitor, in mezzo a tante altre, non abbiamo il tempo di soffermarci a sufficienza.
Quando le stesse notizie diventano storie, storie personali, reali, vere, scritte direttamente da chi le ha vissute... ti restano dentro.
Quando le leggi su un libro pagina dopo pagina hai il tempo di soppesare le parole, di esitare, di sospirare, di stupirti, di restare sconvolto e disgustato, di provare una profonda rabbia, di piangere e poi di riprendere da dove eri rimasto.
A me è successo esattamente così. Le parole mi sono entrate dentro come se la vittima, o chi per lei ha scritto, stesse parlando direttamente a me guardandomi negli occhi e toccandomi l'anima. E a fatica riesci a sopportare tutto il suo dolore. A fatica riesci a farti mente capace di quanta cattiveria e sbagliata perversione possa esserci in alcune persone. Come può un uomo, se così si può definire, trattare la propria compagna o un figlio come se fossero inutili oggetti? Tappeti da calpestare, sacchi da boxe inanimati su cui potersi sfogare, nullità da umiliare, offendere, insultare.
Come può rivolgersi a loro con parole sprezzanti e violentarli ripetutamente? Come può picchiarli a sangue se qualcosa, secondo la sua mente malata, non è come vorrebbe?
Io, che tendo a dare una spiegazione ad ogni cosa, non riesco a trovare una giustificazione al comportamento di queste non-persone.
Non riesco a dare una spiegazione al comportamento di un nonno, uno zio, un cugino, un amico, un conoscente o un perfetto sconosciuto che, nonostante sia "grande" se non addirittura già vecchio, non resista a mettere le mani addosso ad una bambina baciandola con la sua sudicia lingua e toccandola dove nemmeno lei è arrivata così tanto. Permettendosi di penetrarla e di insinuarsi in modo schifosamente deplorevole nella dolce intimità di un bocciolo che ha ancora bisogno del suo tempo prima di concedersi.
Nemmeno lei... come tante altre... che a otto, nove, dieci o più anni, non poteva immaginare di subire una simile tortura.
Non riesco e non è possibile trovare una spiegazione ad un comportamento talmente malato da condurre nel tempo e inconsapevolmente chi lo subisce a desiderare di togliersi la vita, di tagliarsi le vene dei polsi lasciandosi morire dissanguate, di gettarsi dalla finestra della propria camera da letto... perché il dolore e il sentirsi sporche sono troppo grandi da sopportare.
Da condurre chi lo subisce a vivere nella paura costante di essere prima o poi barbaramente ammazzate finendo sulle prime pagine della cronaca nera locale.
E ci vuole coraggio per reagire, per ribellarsi, per scappare da un inferno di terrore che le imprigiona. Perché spesso succede che mentalmente loro, le vittime, donne o bambini, finiscono per credere di essere esattamente come vengono definite dai loro uomini, dai loro carnefici. Finiscono erroneamente per credere di essere come loro dicono e di sentirsi in qualche modo colpevoli e responsabili di quanto stanno subendo.
E noi dall'altra parte della vita, quella bella senza macchie, non siamo nessuno per giudicare e pensare "come ha fatto a non capire che lui era così, come fa a sopportare, come fa a farsi trattare così". Non è facile, per niente.
In tutta questa assurdità molte donne hanno bisogno di aiuto.
Altre il coraggio lo trovano. Denunciano, scappano, proteggono i loro figli, cominciano a riappropriarsi di se stesse e della voglia di non morire soffocate.
Molte donne riescono ad armarsi dell'amor proprio che avevano perduto ed opporsi all'ingiusto. Riescono a trovare la forza di dire basta a ciò che nessuno meriterebbe mai e la forza di desiderare una vita di sorrisi, di amore, e non di dolore e terrore. Una vita degna di essere vissuta nel migliore dei modi nonostante si portino dentro i lividi e le crepe ormai impresse per sempre nella loro anima.
E noi che adesso conosciamo... leggiamo e ascoltiamo ciò che potrebbe succedere ad un'amica o una conoscente, ai nostri figli, ma anche a noi stesse, non possiamo chiudere gli occhi. Non possiamo far finta di niente, non possiamo aver paura.
Perché nullità è chi quelle maledette mani e quel maledetto corpo li usa in modo vergognosamente sbagliato. Quelli sbagliati sono solo e soltanto loro. Leggete, fatelo anche voi. Educhiamo i nostri figli a non permettere mai a nessuno di oltrepassare i confini della loro intimità in momenti e modi non adeguati.
Educhiamo i nostri figli a riconoscere cos'è la violenza, a saperne parlare.
Educhiamo i nostri figli ad amare se stessi, ad avere rispetto delle persone, a difendere la vita propria e quella altrui. 
Chi mi ha regalato questo libro non solo ha contribuito con la sua goccia di generosità a sostenere tre Centri Antiviolenza abruzzesi ma ha profondamente contribuito ad accrescere la mia personale consapevolezza e sensibilità verso il vissuto di tante donne e bambini. Leggete anche voi e pensate senza dare mai nulla per scontato.
A tutte potrebbe accadere di essere Eva. 

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V.I.T.R.I.O.L. (L'Artigliatore)
di Vito Ditaranto

Genere: thriller esoterico
Edizioni: Le Mezzelane

Ho scelto di leggere V.I.T.R.I.O.L. perché sono stata attratta prima di tutto dalla copertina, tutti quei simboli mi hanno incuriosita da subito, e poi dall’argomento riportato nella sinossi, la Cabala Ebraica. Non avevo mai letto nulla che parlasse in qualche modo di questa pratica, anche se in un romanzo come questo serve principalmente, e aggiungerei fortunatamente, da base su cui costruire la trama rendendola decisamente affascinante e intrigante. Non si tratta infatti di un testo conoscitivo e/o storico sul cabalismo che potrebbe risultare noioso a chi non ha intenzione di studiare l’argomento che è di per sé profondo e molto vasto. Si tratta invece di un interessante thriller esoterico che vede impegnato il protagonista, Joshua Tree, nella gestione delle sue conoscenze e verità segrete sulla cabala e nella ricerca di un suo “iniziato” a cui affidarle non senza subire curiosi e strani incidenti di percorso. 
Come trovato sui vari siti web, la Cabala Ebraica è l’insieme degli insegnamenti e delle pratiche esoteriche risalenti al XII-XIII secolo che cercano di spiegare la natura dell'universo e dell'essere umano. In V.i.t.r.i.o.l. abbiamo a che fare con un protagonista il cui interesse è rivolto in particolare alla tecnica mistica giudea della cabala. Per lui è addirittura una ragione di vita al punto da passare dallo studio teorico di una gran quantità di testi al praticarla. Si definisce infatti un cabalista pratico. 
La Cabala pratica nell'ebraismo rabbinico è una branca della tradizione mistica che tratta dell'uso della magia e che il professore Joshua adopera in varie situazioni in cui sono coinvolti lui, il suo amico a quattro zampe Plato e soprattutto L’Artigliatore, misterioso essere costantemente presente, che si svelerà man mano leggendo l’intera storia.
Il libro insomma è in grado di far vivere al lettore una condizione di mistero, fascino e curiosità facendo avvertire chiaramente quel labile confine tra ipotetica pazzia ed immaginazione da una parte e verità e concretezza dall'altra che lo stesso protagonista vive nel periodo del ricovero. 
Un uomo, il protagonista, che l’autore riveste di un carettere chiuso, poco socievole, dedito ai suoi studi. Un uomo che mostra lucidità e freddezza anche quando viene a sapere della sua non definita malattia che lo porterà alla morte e che riesce ad organizzare con grande consapevolezza i suoi impegni stabilendo a cosa dare priorità ed importanza tenendo bene in vista la non lontana conclusione della sua particolare esistenza. Un uomo dal carattere ombroso che però si scioglie nello scoprire l’amore per il suo cane. Un uomo che, viste le sue condizioni di salute, sente la necessità di far conoscere ad una ristretta cerchia di persone le sue verità e che riporta con coraggio in occasione di un incontro dove viene praticamente piantato in asso da tutti. Un umiliazione che però non frena Joshua il quale continua a viaggiare attraverso misteriose e forti avventure in una Venezia descritta con altrettanta classe ed eleganza. 
Per buona parte del libro, grazie alle minuziose descrizioni che l'autore fa, mi è sembrato di visualizzare le scene come stessi vedendo il suo film. Lettura consigliata!

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TI FRUGO NEL FRIGO
DI Vinicio Trugli
Genere: racconti/narrativa
Tra le mie ultime letture un libro che non ho propriamente scelto io di leggere ma, come probabilmente sottolineerebbe l'autore, è lui che ha scelto me.
Un libro dal titolo curioso -Ti frugo nel frigo- e una copertina davvero graziosa che, a prescindere da come sia andato il mio acquisto, si fanno apprezzare al primo sguardo. Il dubbio sulla sua qualità mi è venuto quando ho saputo che l'autore ha scelto di pubblicarlo in modalità self, cioè senza l'ausilio di una casa editrice che esegue un lavoro di editing e correzione sul testo prima di stamparlo e renderlo pubblico.
"Un atto di coraggio e fiducia in se stesso e nelle proprie abilità di scrittore" ho pensato prima ancora di iniziare.
Sin dalle prime righe, escludendo qualche refuso, si percepisce con sorpresa uno stile del tutto proprio e particolare, non comune, lineare e disconnesso al tempo stesso, leggero e a volte surreale, ma che si fa leggere volentieri.
Dopo aver letto il prologo, per giunta, si immagina tutt'altro contenuto. Soltanto andando avanti è possibile scoprire quale sottile e psicologico sillogismo può esserci tra gli accadimenti vari riportati nelle storie descritte e quelle cibarie che nel frigo germogliano alla giusta e calda temperatura anziché conservarsi grazie al freddo se non addirittura marcire.
Un guardare la vita e ciò che ci accade all'incontrario, da un'altra prospettiva, dall'alto, dai sogni, dalla fantasia, con il cuore, passando attraverso pensieri e oserei dire allucinazioni che ci conducono di certo alla riflessione.
L'autore infatti, suddividendo il libro in tre capitoli di generi diversi, pare condurci per mano attraverso un percorso fatto di racconti in cui si cimentano diversi protagonisti ma che a mio avviso resta sempre lo stesso. Un protagonista unico dunque, che cambia nome di storia in storia, dalle varie esperienze e sfaccettature che si lascia trasportare dal suo flusso di pensieri e che l'autore mette a nudo particolarmente negli intensi monologhi interiori dell'ultimo capitolo.
Costante presenza è la figura femminile, una donna per ogni racconto, amiche, colleghe, amanti, ognuna rivestita dal suo ruolo e dalla sua importanza.
Di queste storie insomma si leggono le trame ma anche l'interiorità dell'autore, vero contenitore di germogli, alle prese con le sue libere associazioni mentali, le idee, i ricordi in un insieme misto di inquietudine e speranza, tormento e piacere di vivere, oscurità e luce.
Libro consigliato a chi ha voglia di concedersi una pausa non comune, diversa dalle solite letture, e farsi trasportare da uno stile letterario del tutto personale.

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IL CERCHIO
di Antonella Cataldo e 
Pierpaolo Ardizzone
Genere: narrativa erotica
Edizioni: Le Mezzelane
Ero indecisa sul recensire o meno il libro
dei due autori Antonella Cataldo e Pierpaolo Ardizzone.
Ciò che mi ha colpito, ancor più della storia d'amore,
è l'intensità dell'argomento trattato attraverso
descrizioni di momenti e comportamenti dei protagonisti
a volte terribilmente perversi. Ai limiti della follia.
In questo romanzo si parla di un tema molto serio che può piacere, coinvolgere ed eccitare, ma anche infastidire perché in alcuni casi di difficile accettazione o condivisione.
"Il cerchio" è perciò un romanzo che si fa amare e rifiutare nello stesso tempo.
La sua trama intrisa d'amore, rispetto, fiducia, passione, calca intensamente ogni pagina. E la maestria degli autori ci fa immergere totalmente all'interno di una storia in cui l'intesa e la profonda fusione reciproca dei protagonisti predominano.
La sua lettura non si fa mettere da parte facilmente. Incuriosisce, stimola i sensi.
Un incontro, quello tra Melissa e Roberto, scritto nel destino, che doveva necessariamente accadere. Due anime, passionali e perverse, che non possono esistere l'una senza l'altra. Due personalità simili e nello stesso tempo opposte che trovano nel modo che Roberto ha di fare l'amore la realizzazione più completa e intima che Melissa possa provare.
Roberto pratica il Bondage ed è di questo che si parla nel romanzo, di questo tipo di relazione. Roberto cattura, plasma e coinvolge la sua Melissa in un mondo del tutto nuovo per lei che, per quanto possa in alcune situazioni sembrare assurdo, diventa parte integrante della sua vita, della loro particolare vita insieme.
Il Bondage è la pratica sessuale più famosa del BDSM (Bondage e Disciplina, Dominazione e Sottomissione, Sadismo e Masochismo) in cui si immobilizza un partner consenziente o se ne limita temporaneamente la capacità sensoriale. È possibile sia legare con corde, sia con corsetti, cappucci, bavagli, o catene etc.
Lo scopo principale è godere delle forti emozioni fisiche che questa pratica è in grado di offrire, date dalla costrizione stessa e dalle posture del corpo, ma ancor più da quelle mentali quali lo scambio di fiducia estremo che si instaura, e l'abbandono che si vive all'interno della costrizione, come appunto tra Roberto e Melissa.
Le pratiche di dominazione psicologica e i giochi di sadismo come le frustate, le pene dolorose inflitte da oggetti o il senso di soffocamento dovuto al getto dell'acqua sul viso, possono non essere condivise dal lettore soprattutto se pensiamo che lo scopo è quello di far crescere nel partner sottomesso il senso di dominazione e umiliazione. Ma a Melissa piace, trova in questo tipo di relazione il suo universo e in Roberto la sua ragione di vita.
Si stupisce nello scoprire in se stessa, grazie agli insegnamenti di quest'uomo così misterioso, una perversione d'animo così forte e presente.
Melissa si fida totalmente di Roberto persino quando lui si diverte a giocare sulla sua pelle con la lama di un coltello. Melissa si lascia forgiare perché impara sin dall'inizio che la sua libertà e la sua personalità vengono rispettate fino in fondo. Non lo teme, anzi la eccita al punto da affidarsi completamente nelle sue mani, arde di desiderio al solo pensiero di quello che lui le farà provare ogni volta.
Melissa è la schiava o slave e Roberto il suo padrone fino ad arrivare al finale... davvero inaspettato.
Lettura consigliata a chi non vive di pregiudizi sessuali e riesce a mantenere la mente aperta nei confronti dei tanti universi psicologici dell'essere umano.

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